Incedere lento quasi costretto dalla stoffa fasciante
dei preziosi kimono, geta lasciate sull’uscio
in rispetto alla casa sacra quanto un tempio.
Pareti mobili aprono ad ambienti di profumata penombra
un superfluo inesistente gratifica l’ ospitalità rigorosa
insieme a riti epocali, cerimoniali di una tradizione
suggestiva ed antica, fascino che si lega a leggende tramandate,
garbo ed eleganza, gestualità che pare danza tra un fluire di fiori
ornamenti ed orpelli su corvini capelli, sapientemente raccolti
a delinear giovani volti dalle labbra disegnate su un pallore innaturale.
Daniela,maggio 2016
Geisha, Photo by ©Gary Knight
Un po’ troppo lungo per essere un haiku.
Bellissimo
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🙂 infatti non lo è,grazie Cristina
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incedi nella descrizione di un mistero…come molte cose dell’incognito mare giapponese…
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sono sempre stata incuriosita dalle culture lontane dalla nostra,ove tradizioni così diverse,che peraltro stanno mutando anche nel loro paese,hanno ispirato opere letterarie,musicali e cinematografiche.E proprio attraverso questi mezzi abbiamo avuto modo di apprezzarne l’originalità e il fascino.
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si , è proprio così , Daniela…l’attrazione che esercita tutta la cultura orientale sta proprio nella suggestione di impenetrabilità, di densità di strati che più attraversi più ti fanno scoprire altri sensi nascosti.
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