Strada viva

La chiamavano da sempre strada viva
quel sentiero di mezza collina
che iniziava a scendere all’angolo
di una casa da poco abbandonata,
fiori perenni nel giardino cintato
mostravano ancora il gusto
di chi l’aveva abitata.
La percorsi, tutta, d’improvviso,
un dì che pioveva a secchiate
ebbra di rabbia trattenuta,
sfogai la foga con passi decisi
a tratti scivolosi, in un sottile
giacchino a cappuccio che dopo poco
iniziò a stingere il vivo colore.
Rivoli fucsia gocciolavano rigando
le mani fradice, incapaci di asciugare
il viso, grondante lacrime e pioggia,
la vista annebbiata non fermava
il cammino che proseguiva
con un’ energia cinetica potente,
non so quanto fango calpestai
ma dopo un restringimento della strada
mi trovai di fronte a un campo limitato
dall’asfalto di una provinciale.
Ripercorsi a ritroso, stavolta in salita,
il sentiero divenuto rigagnolo notando
qualche sprazzo di luce che apriva
il fronte di nubi cupe, la pioggia
s’era fatta quieta, i passi più lenti
non più a testa bassa, osservavo
che la terra, i prati erano zuppi
quanto me, vidi le casette delle api
dipinte coi colori dei fiori di campo,
ormai schiacciati e uniformati al verde
e più avanti scorsi  nel fossato  a lato
le raganelle che guizzavano  allegre.
Forse era quello il vero senso
del nome curioso della stradina,
non viva perchè nuda e a vista
ma simbolo di energia, di natura pregna.
Con animo buio ma alleggerito
raggiunsi i vestiti asciutti
e un sole che faceva capolino.

Daniela Cerrato, 2017
Heftiger Regen hat eingesetzt

Autore: Daniela

https://ilmondodibabajaga.wordpress.com/ email: danycer@fastwebnet.it

13 pensieri riguardo “Strada viva”

  1. L’ha ribloggato su marcellocomitinie ha commentato:
    Ecco un’altra bella poesia di Daniela Cerrato dal suo blog “Il canto delle Muse”. Versi che descrivono sentimenti e cose come elementi integranti dei luoghi che la poetessa percorre donando loro un’anima e un senso di vita simbolica e palpitante. Un percorso che si arresta all’incontro con una “strada provinciale”, segno dell’umana presenza e torna indietro ripercorrendo gli stessi luoghi, già trasformati dalla pioggia, che offrono una nuova e più serena percezione.

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    1. Grazie Marcello, il tuo commento così lusinghiero mi gratifica ma mi imbarazza un poco. Forse mi è più consona la definizione di “mente narrante” , non mi sento adeguata ad essere definita “poetessa” …(scusa la lagnanza 🙂 ) Felice comunque che ti sia piaciuta, un bacio!

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      1. Immaginavo che ti saresti ribellata a questa mia definizione e anche a me nello scriverla mi era parsa un po’ “forte”. Ma perché? Perché riteniamo che il poeta sia un essere sovrumano? Egli in realtà non è che un artigiano della parola, colui che la lavora e la modella secondo la propria sensibilità a volte, e spesso, dolorosa.

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      2. 🙂 di certo non è offensiva, intendevo solo dire che per quanto mi riguarda non posso sentirmi alla pari coi veri poeti che hanno pubblicato i loro testi e sono divenuti dei riferimenti per persone come me che si dilettano nel farlo …tutto qui 😉

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