Il battello aveva acquistato velocità, seguendo la rotta abituale, ma la mia mente era già oltre la meta di tutti i naviganti, me compresa, che invece di osservare la bellezza
degli storici palazzi lungo il fiume, tormentata da un malessere continuo, mi domandavo cosa facessi lì, proprio lì, in compagnia di qualcuno che improvvisamente era divenuto estraneo al mio mondo.
L’afa aumentava il disagio, tanto che a breve anche le idee si sciolsero; osservando lo spostamento dell’acqua e i suoi mulinelli, anche i pensieri iniziarono nuovamente a muoversi e a galleggiare, su quella schiuma sporca e viscida, come le ombre che ripresero a tormentarmi quando posi nuovamente i piedi a terra. Il saluto freddo che ci riservammo fu l’ultima nota di una triste canzone.
Da quel momento spensi per sempre le luci su quell’insulso amore.
Daniela Cerrato, 2004.
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