Pensando fra me e me…

Dimmi del vento, di quando si fa violento e ti scuote anticipando l’ira del cielo che si oscura fino a scagliarti addosso l’improvviso temporale, di quando odi la pioggia sopraggiungere da lontano e sai che non potrai sfuggire alla sua furia passeggera, aggravata talvolta da raffiche di ghiacciati proiettili che distruggono ogni tenerezza.
Dimmi se la rugiada ti molesta, scivolando lenta come piuma dispettosa sulla tua pelle sottile e fresca nel primo mattino, mentre stai ancora sonnecchiando; o di quando il sole insiste a pungolarti con le sue brucianti lance del mezzodì infuocato.
Son qui che ti ammiro nella tua vigorosa veste color speranza e mentre l’ippocastano da te poco distante mi offrirà a breve il provvidenziale riparo dalla temperatura intollerabile, divago e penso che anche per il mondo vegetale non sia poi così semplice esistere.
Daniela Cerrato, 2017

Foto personale ©
P1090885

“Lo sterminio delle zanzare”- Franco Marcoaldi

Buddista sì, ma con giudizio.
A fronte dell’instancabile
supplizio che la zanzara arreca
nel corso della lunga estate
svanisce in me qualunque senso
di pietà per il creato. E tanto più
qualunque residuo di naturalistico
interesse: unico intento, lo sterminio;
propostomi, con tecniche diverse,
da un fitto corteo di improbabili
signori: dottori in larve, rappresentanti
di veleni, mattocchi indigeni, inventori.
Ognuno vanta al meglio
il suo magnifico prodotto,
resta però purtroppo
che il sogno di bonificare
s’infrange sempre davanti ai molteplici
chilometri che la zanzara
è in grado di coprire.
Ma quale scienza!
Rimane solo da sperare
che il vento la trascini altrove, dove
– mi creda – c’è sangue migliore da succhiare.

Franco Marcoaldi, da Animali in versi (Einaudi, 2006)

buddha dormiente