" Emanuela, un’insegnante di liceo a Milano, mi chiede un suggerimento per i
suoi studenti circa l’utilità della poesia. Rispondo volentieri, da lettore.
In un racconto del brasiliano Guimarães Rosa un ragazzo, Miguilim, cresciuto in una sperduta campagna, viene adottato da una famiglia di città. Si accorgono che è debole di vista e lo portano da un oculista. Miguilim inforca il suo paio di occhiali e improvvisamente vede il mondo con la più spaventosa precisione.
Così è stata e continua a essere la poesia che mi coinvolge: un paio di
occhiali, la sorpresa di una rivelazione.
Con la letteratura in prosa mi tengo buona compagnia, con quella in versi mi
scoppietta dentro il petardo di una verità.
Solo nell’entusiasmo l’essere umano vede il mondo esattamente.
Dio ha creato il mondo in un entusiasmo.
Questi versi della poeta russa Marina Cvetaeva mi producono una verità?
Per un momento sì, poi si trasformano in un programma: cerca di
entusiasmarti della vita intorno, di riconoscere la forza di resistenza al male,
ai dolori, che non sta nel generico “bene”, ma nell’energia sovversiva
dell’entusiasmo.
La poesia non è utile, non serve: carmina non dant panem.
Nella città di Sarajevo assediata e affamata da tre anni, si facevano serate
di poesia. I cittadini andavano a sentire poeti in qualche sottoscala a lume di
candela.
Avevano bisogno di ascoltare parole capaci di far dimenticare loro
l’oppressione, i lutti e le scarsità. Avevano urgenza di parole a contrappeso.
Quelle serate sospendevano l’assedio, lo isolavano fuori, lo abbassavano a
rumore di fondo. Questi “carmina” continuavano a non dare “panem”, però
facevano dimenticare la mancanza.
In inverno facevano dimenticare il freddo.
Cosa è allora questa benedetta poesia? Che attrezzo è?
È una dotazione di pronto soccorso. In caso di bisogno fa rompere il vetro e
aprire il varco di un’uscita di emergenza."
- Da "Pianoterra" di Erri de Luca. Universale Economica Feltrinelli, 2018
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Un punto di vista molto interessante, senza dubbio! 🙂
Buongiorno, Dani
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si, può essere uno strumento di evasione dalla realtà, quando non è potente strumento per descriverla
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molto interessante…per me è un bisogno di soffermarsi con la mente sulla realtà per riviverla come ognuno di noi riesce e secondo la propria idea
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per chi la scrive quasi sempre è così, qualcosa di personale che esce fuori per essere fissato nel tempo. Per chi la legge o l’ascolta può essere un distacco dalla propria raltà, tragica o triste che sia, o trovare in essa una parte di sè che ancora non conosceva o non riusciva a spiegarsi
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Davvero si Daniela!
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Però non so se ho letto tutto… Non è tanto centrata ☺😓
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si ho fatto casino postandola col cellulare. chiedo venia Ale
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☺☺☺☺la recupero dall’originale ☺☺☺☺😘
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❤ a pag. 8 del libro
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😘
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