Questo numero della rubrica ideata da Flavio Almerighi e a cui collaboro è visibile anche qui: https://almerighi.wordpress.com/ Auguro a tutti una buona domenica e buone letture.
Ti scrivo
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Ti scrivo qui
nei solchi di ieri
disegnati dal tempo.
Un verso di fiato
per scacciare agonia
una parola muta
per ridare vita al silenzio
qui nelle valli oscure.
La foto rimane impressa
nel vento di semina
tra la brughiera
e l’odore umido del muschio
infilatosi sotto pelle
come tatuaggio di ricordi
a memoria il viso
di chi è vissuto alle messi.
Ti scrivo qui
così, poi rimarranno
i miei petali
dal profumo intenso
adagiati su steli
dal sapore fresco
e tu vita mia sei l’essenza
di ogni grappolo di silenzio
nello scorrere del fiume.
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di Chiara Marinoni, qui:
https://chiaramarinoni.wordpress.com/2021/04/24/ti-scrivo/
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Riverbero
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Poiché è l’insieme a sollevarsi,
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combacia con le stelle sopra i fuochi di Beltane dichiarando l’intento;
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torniamo
alla legge dell’intaglio
che richiede mano paziente
e profumo sulle dita
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un’alchimia sul frantoio
alla frontiera d’oriente
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là dove io ti vedo
sul filo della luce.
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di Catia Dinoni, qui:
https://geografiadellanima.wordpress.com/2021/04/30/riverbero/
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Non sei arrivato primo,
ma non sei un perdente,
le onde non
scordano il coraggio,
anche se ti allontani,
come sempre ritorni.
Conviene restare
e combattere.
Conviene provarci e
Non vivere di rimpianti.
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di Della Valle Alessandro, qui:
https://www.facebook.com/della.v.alessandro
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Tutti quei pensieri
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Abbiamo imparato
Di riflesso in riflesso
A granulare gli incontri
A toccare di lontano le cose
E il timore
Scappando
di annegare in un altro
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E in un corpo solo
stupisci
Tutti quei pensieri
Come un arrembaggio di nuvole ovatta
A sfogliare
La tua muta di biscia
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di Nadia Alberici, qui:
https://sibillla5.wordpress.com/2021/05/05/tutti-quei-pensieri/
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C’è un contagio sotto la terra
d’erica e trifoglio
che si ostina a restare
così come il nome che mi diedero
da bambina che ancora innaffio
la calvizie della gramigna mi lega
ad un ora ad un luogo
come chi muore e non lo sa
eppure qualcosa
gli cresce dentro che altri non vedono
come me e il mio mondo di sbieco
che scosta una dose di sonno
e non finisce del tutto
Come quando t’addormentano
ma poi ti svegli
Sono una di due questo lo so
Oggi ho visto un uccellino morto
sul davanzale
e non è stato nessuno
che per amore c’è un nido sempre
troppo alto
ed io ho legato una corda al tuo tetto
ed ho lasciato indietro le mani
Ho messo quella nube dove deve stare
e forse non sembra ma è una poesia
una poesia d’amore.
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di Anna Maria Scopa, qui:
https://www.facebook.com/annawrite79
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Conversazioni…
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Notturni momenti di silenzio e quiete
Un pizzico di luce del sole estivo
Caduta..
Nella saggezza morente…
Sei vivo e risvegliato…
Inizia così la ricerca infinita di nuove verità.
Questa è luce..
Se sei così,
Non lo so.
Questa è la luce, può essere la guida verso la morte..
Qual’ è poi la morte..
È la conoscenza della luce
Ma ma…
Non ci credo.
Morte
È una fede stagnante..
Se sì, di cosa si tratta..
È l’ignoranza, la non-conoscenza della fine.
Morte
È la filosofia non conosciuta?
Ma ma…
Noto
È la conversazione illusoria dietro un incantesimo mistico.
Se è così, continuerà per sempre.
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Di (C) Ravindranath Kunnath, qui:
https://www.facebook.com/ravindranath.kunnath.1
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Cercando ninfee nello stagno
pozzi i pensieri
fango denso sulle dita bianche
dov’è il loto immortale
che resiste alle paludi del cuore?
Vorrei visitare i giardini dell’immenso
fuori dalle prigioni di terra morta
dove anche il cielo sembra duro
Vorrei trovare ali dove le piume
non siano diventate pietre
a causa di una maledizione
e acqua piovana buona da bere
a dissetare la mia pelle di sabbia
e la mia bocca secca d’amore.
Mi accorgo impotente che il mondo sta spirando.
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Di Sabyr Poetry, qui:
https://www.facebook.com/sabrina.leupin.3
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Vorrei veder tramontare ad oriente
sul breve canale delle canne addormentarmi
sopra una scia di spari cacciatori
fuggire gli alberi a ritroso
e la notte incendiaria sentire
l’annuncio dei cani arancioni
vorrei nascondermi nel fieno di maggio
nell’ampia volta del cielo che pende
sorridere per un ricordo
invertir l’ombra mia stessa
di lividi e dimenticanze
e d’anni che non ritrovo più.
Ma d’ore numinose è fatta
l’anima mia riflessa e d’archi e frecce,
portami il cuore nella luce a planare
sopra un acquaio di malinconie
saltami allegramente sulle sponde
della mia vena d’oro e scrivimi
col vento ogni ferita
degli occhi e della lingua
io ti sono nel canto padre e figlio
e fratello dei cocci lunari
allora fammi terra
fammi profumo di terra e di stalla
oppure scovami nella campagna ramata, raggiungimi
fin dove tocca l’erba la parola
e non v’è peso
né formula dei miei destini accumulati.
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Di Giovanni Perri Agua
https://www.facebook.com/aguaplano.gp
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Buongiorno e buona domenica, hai scelto bene grazie
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Buona domenica a te Flavio e naturalmente agli autori e a chi leggerà
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🙏🌺🙏
Buona domenica!
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A te Luisa, grazie per la visita 🌺🌺
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Ciao
scusa il ritardo, grazie!
Ottimi brani. Complimenti delle scelte.
Un abbraccio
Chiara
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figurati, grazie a te , buona serata
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