poesie di Idea Vilariño (1920-2009)

Il fiore di cenere

L’amore… ah, che rosa.
Tienila, sostienila, dalle acqua dolce e pura,
veglia il miracoloso esalar del profumo
e quella nebbia di fuoco che si spande in petali.
L’amore… ah, che rosa, che rosa autentica.
Ah, che rosa assoluta, voluttuosa, profonda,
dal gambo assorto e radici di angoscia,
da terre terribili, intense, di silenzio,
ma rosa serena.
Tienila, sostienila, sentila, e prima che cada
ubriacati nel suo odore,
figgiti nelle spade dell’amore, o fiore,
rosa, illusione,
idea della rosa,
della rosa perfetta.

***

La notte

La notte pozzo soave
e stipato di sogni
sopporta ancora la quota
d’un altro e l’oltrepassa.
La notte che è eterna
che ignora il sole e il barbaro
simulacro del giorno
che permane illibata.
Il suo inchiostro come un acido
distrugge le miserie
che all’ora ventiquattro
il giorno le rovescia.
La notte pozzo soave.

***

Sai

Sai
hai detto
mai
sono stato felice come questa notte.
Mai. E me lo hai detto
nello stesso momento
in cui ho deciso di non dirti
sai
forse mi sbaglio
ma credo
ma questa mi pare
la notte più bella della mia vita.

***

E seguirebbe senza me

Morirò e lui seguirà a cantare
bene
dico
Carlitos
e Jorge continuerà a fare l’amore
come se dovesse morire
e continuerà senza di me
questo mondo putrido ?

Tanti alberi piantati
cose che dissi
e versi scritti nella mattinata
e saranno sparsi come rifiuti
come resti di un’anima
di qualcuno che stette qui
e ormai no
non più

Il triste il peggio è stato vivere
come se questo importasse
vivere come un povero adolescente
che inciampò e cadde e non seppe
e pianse e si lamentò
e tutto il resto
e credette che importava


Idea Vilariño nacque a Montevideo nel 1920. Suo padre, Leandro Vilariño, poeta e convinto anarchico, diede ai suoi figli dei nomi poetici affini al suo ideale libertario: Alma, Idea, Poema, Azul e Numen. È stata poeta, saggista, traduttrice, insegnante e perfino compositrice di canzoni. Ha fatto parte di quel gruppo di autori straordinari chiamato Generazione del ’45, assieme a Mario Benedetti e Juan Carlos Onetti. La sua opera, di singolare sensibilità, ha come assi tematici l’amore, la solitudine e la morte. Il nucleo centrale della sua poesia poggia sulla lucida certezza dell’insensatezza della vita, della presenza della morte dall’istante stesso in cui si comincia a vivere. In poesia ha pubblicato: La Suplicante (1945), Cielo, cielo (1947), Paraíso perdido (1949), Por aire sucio (1950), Nocturnos (1955), Poemas de amor (1958), Pobre mundo (1966) e No (1980). La sua opera è stata tradotta in diverse lingue. L’Amore è la prima sua antologia pubblicata in Italia.

Autore: Daniela

https://ilmondodibabajaga.wordpress.com/ email: danycer@fastwebnet.it

5 pensieri riguardo “poesie di Idea Vilariño (1920-2009)”

  1. NON PIÙ

    Non sarà più
    non più
    non vivremo insieme
    non crescerò tuo figlio
    non cucirò i tuoi panni
    non ti avrò la notte
    non ti saluterò col bacio.
    Mai saprai chi sono stata
    perché altri mi amarono.
    Non riuscirò a sapere
    perché né come mai
    né se era vero
    quel che hai detto che era
    né chi sei stato
    né cosa sono stata per te
    né come sarebbe stato
    vivere insieme
    amarci
    aspettarci
    stare.
    Ormai non sono altro che io
    per sempre e tu ormai
    non sarai per me
    altro che te. Non sei più
    in un giorno futuro
    non saprò dove abiti
    né con chi
    né se ricordi.
    Non mi abbraccerai più
    come quella notte
    mai.
    Non ti toccherò più.
    Non ti vedrò morire.

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