La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )
Le finestre hanno occhi chiusi ghiacci tetti di auto e i cuori. Ultime ore e novembre tentenna sul cruccio di partire ancora, lo spicchio brillante di luna combatte con luci dell’est. Le finestre hanno occhi chiusi sognano che è passato dicembre e ogni epifania di finta baldoria, aria tersa in cui respirare cielo.
Sarà la pioggia a levigare i sassi intanto la fredda stagione non chiama una primavera con galoche fangose. Teste di antefisse sfidano il tempo spìando da colmi di bellezze antiche tempi moderni sterili di emozioni, tazze monouso di caffè senza sorriso. Ci fosse novità con la maiuscola a smuovere atrofìa d’un presente adagiato in clonazioni e marcescenze. Resta il viaggio nel pianeta Arte per farsi scioccare da eccellenze, da voci brillanti fuori coro mortale versi o racconti, bulino scalpello violino camera oscura, strumenti vari per pittura, su vetro su carta su marmo e spartiti voci dell’unico dio che non ci ha dimenticati.
When you’re all alone and lonely In your midnight hour And you find that your soul It has been up for saleAnd you’re getting to think about All the things that you done
And you’re getting to hate Just about everything
But remember the princess who lived on the hill Who loved you even though she knew you was wrong And right now she just might come shining through And the Glory of love Glory of love Glory of love, just might come through
And all your two-bit friends have gone and ripped you off They’re talking behind your back saying “man, you are never going to be no human being” And you start thinking again about all those things that you’ve done And who it was and what it was And all the different things that made every different scene
Ah, but remember that the city is a funny place Something like a circus or a sewer
And just remember, different people have peculiar tastes And the Glory of love The glory of love The glory of love, might see you through Yeah, but now, now Glory of love The glory of love The glory of love might see you through Glory of love, uh, huh-huh The glory of love Glory of love, glory of love Glory of love, now, glory of love, now Glory of love, now, now, now, glory of love Glory of love, give it to me now, glory of love to see you through…
Intrecci luminosi di un’alba risvegliano un canto fringuello
essenza d’agrume candita l’innocenza di dita tra capelli smarriti in una notte di luna.
Poi profumi di bosco, rovi di more risa di bimbi sommate a grazia felina il rubino del vino novello fresco e sottile gioco di vento tra un coro bianco di campanelle, ciuffi di datteri ancorati alla palma sulla calma del mare dopo la tormenta, l’incanto della notte che rivela stelle eredità eterne del mistero universo. Delizie sorelle, ancelle di Natura erba o paglia, rispetto di stagione a cancellare ogni insana religione che dissesta e separa comuni intenti di un’umanità sciolta che necessita unione per ritrovarsi saggia in ultima spiaggia.
Gli occhi sanno contare
battiti d'ali d'un colibrì in volo?
La dinamica il vibrare l'accelerazione
si colgono se rallentati.
Così lo scorrere di vita in fuga aperta,
miliardi d'istanti ravvicinati si perdono
nel frastuono mentale che li contiene,
si fatica ad assecondarli.
Anni pari a secondi schizzano via
impazziscono lancette e quadranti,
si staccano grappoli di emozioni raccolte
per svanire nel perdifiato andante.
Risa e lacrime mucchi di polvere
in un solaio nato abbandonato.
Gli occhi non sono l’unico veicolo per apprezzare la bellezza di opere scultoree o architettoniche, può intervenire il tatto, per sfiorare e immaginare sotto le dita la Nike di Samotracia o la lupa capitolina, il Mosè di Michelangelo o la riproduzione a rilievo di Guernica. Sembra impossibile invece esiste un museo in cui avviene l’inversione del divieto di toccare un’opera d’arte; si tratta del Museo Tattile Statale Omero ad Ancona, uno spazio senza barriere rivolto a tutti coloro che desiderano sentire l’arte attraverso un senso solitamente trattenuto per rispetto di regole ferree. Dare un’occhiata al sito non costa nulla e altrettanto gratuito è l’ingresso per visitarlo di persona e ricaricarsi di emozioni sensoriali. Qui di seguito qualche opera giusto per dare un’idea delle riproduzioni di capolavori classici e sculture originali del 900 e contemporanee in esposizione. http://www.museoomero.it
il minotauro pentito di De ChiricoIl Tondo Pitti di MichelangeloLisa Sotilis, Omaggio a PrassitelePisanello, Lionello D’Este
Domando al piombo perché ti sei lasciato fondere in pallottola? Ti sei forse scordato degli alchimisti? Hai perso qualsiasi speranza di diventare oro?
Nessuno mi risponde. Pallottola. Piombo. Con nomi del genere il sonno è lungo e profondo.
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Parlavano di guerra davanti alla tavola ancora apparecchiata. Sul lato opposto della via la prima finestra della sera era già accesa. Lui si sedette, curvo, calmo, mentre la vecchia paura lo assaliva. Imbruniva. Lei si alzò per portare in cucina il piatto sgradevolmente bianco. Fuori, nei campi nel bosco, un uccello parlava per proverbi, un Papa usciva incontro ad Attila, il fosso era in attesa del plotone.
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Destino cieco
Sono nato – non so a che ora – mi hanno dato una pacca sul sedere e mi hanno passato in lacrime a un morto da parecchi anni, in una nazione che non è più sulle carte geografiche, dove come una foglia su un albero, la bella stagione finita, ho vorticato cadendo a terra quasi senza far rumore perché il vento mi portasse lontano benedetto o maledetto-chi può dirlo? Non me ne preoccupo più dato che ho sentito parlare di una signora cieca chiamata Giustizia disposta ad ascoltare i problemi di chiunque, ma non so dove trovarla per chiederle il motivo per cui il mondo certi giorni mi tratta bene altri giorni male. Comunque mai e poi mai sarei il primo a darle contro. Cieca com’è, poveretta, se la cava meglio che può.
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Specchi & Miracoli
Pesante specchio trasportato sull’alto lato della strada, mi inchino a te e a ogni cosa che in te appare per un attimo e mai più allo stesso modo:
questa strada con il suo cielo rosa, i grigi casamenti in fila, un cane solitario, ragazzini sui pattini a rotelle, una donna che compra dei fiori, qualcuno dall’aria smarrita.
In te, specchio incorniciato d’oro trasportato sull’altro lato della strada da qualcuno che nemmeno riesco a vedere e a cui pure, m’inchino.
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Sarà sul niente . Non sull’amore né su Dio ma sul niente . Sarai come un bimbo nuovo a scuola che ha paura di guardare la Maestra mentre si sforza di capire cosa stanno dicendo di tutto questo niente.
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Charles Simic nato a Belgrado nel 1938 si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti nel 1954. Nel 1968 ha pubblicato il suo primo libro, Quello che dice l’erba. Ha insegnato letteratura all’Università della California e poi all’Università del New Hampshire dove continua a lavorare ancora oggi. Ha pubblicato più di sessanta libri, tra cui uno in prosa, La vita delle immagini ed è considerato uno dei più grandi poeti e saggisti contemporanei di lingua inglese. Nel 1990 è stato insignito del Premio Pulitzer per la poesia per l’opera The World Doesn’t End. Nel 1999 per l’opera Jackstraws fu insignito dal New York Times del titolo di Notable Book of the Year.
Edizioni italiane:
Il mondo non finisce, Donzelli editore, 2001
Zoo, Ass. Edizioni L'Obliquo, 2002
Hotel Insonnia, Adelphi, 2002
Il cacciatore di immagini. L'arte di Joseph Cornell, Adelphi, 2005
Club Midnight, Adelphi, 2008
Il titolo, a cura di Damiano Abeni e Massimo Gezzi, Ass. Edizioni L'Obliquo, 2007
Il mostro ama il suo labirinto, Adelphi, 2012
La vita delle immagini, Adelphi, 2017
Il freddo non ha natiche su cui sedersi nè appoggia gomiti al davanzale ha ginocchia e piedi veloci, ciglia folte mani avviluppate in moffole colorate che non toglierebbe per un bruscolino. Di fretta al mattino elude superfluo canticchia in sè un suono metallaro aggiusta il bavero a spaccare il giorno. La pista per pattinaggio osserva muta un centro città ancora assonnato disturbato da un mese anticipato di suoni e frastuoni per ciò che non sarà.
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