Giorno: 17 dicembre 2021
L’espressione pittorica di Sergio Carlacchiani
” Quando mi metto davanti al grande cartone bianco che andrò ad imbrattare, quasi sempre so come cominciare per seguire l’ispirazione che mi ha portato lì davanti…
Senza tentennamenti inizio ma poi durante l’esecuzione ci possono essere dgli errori o delle insoddisfazioni rispetto a ciò che era nel pensiero originario che mi spingono a cercare altro o meglio a scoprirlo, perchè magari già s’è mostrato ma non sono riuscito né ad indentificarlo né ad interpretarlo …
Bisogna essere pronti ad aggiustare subito lo sguardo, inventarsi gli utensili e la tecnica che serve per assecondarlo …
L’arte spesso è un mestiere che via via s’impara, magari anche da soli, diventa quasi un ‘artigianato, un fare creativo duro, comprovato, asservito al pensiero …
Le circostanze spesso determinano il metodo da adottare, il tempo per pensare e realizzare…
Quasi mai inizio un ‘opera e non la concludo in giornata.
Di solito mi esprimo con il gesto fatto di slancio, di forza, di passione …
Rifletto anche ma spesso è troppo tardi per modificare, appianare, cancellare, rimettere meglio a posto …
L’inutile a volte può rivelarsi utile, come l’accidente, la macchia, lo strappo, è quindi l’ elasticità creativa, dovuta alla consapevolezza del déjà vu storico e naturale che ti permette di inglobare o no senza quasi mai sbagliare.
Il dipinto si compie atraverso un fare deciso, lo sguardo è attento, segue il cervello in trance…
La bellezza, è una sostanza che si avverte fuori, dentro e attorno l’opera, così anche l’opposto; vittoria o sconfitta a poca distanza, luna dall’altra…
Quando sento di aver scaricato tutto quel che sentivo sul cartone bianco, di averlo reso quasi leggibile , di aver raccontato una nuova storia o la prosecuzione di un’altra già iniziata, allora metto la parola fine. È soltanto una sensazione ma è rara , a volte abbastanza appagante, altre addirittura unica, accompagnata da una sentimento di stupore, di essere riuscito a compiere nel modo migliore ciò che mi sembrava inizialmente soltanto una visione perlopiù caotica, magmatica, caotica, complessa, irraggiungibile…
Ogni volta, non sono minimamente sicuro di arrivare a una qualsiasi meta, il traguardo finale , quello auspicato è sempre una chimera… “
Sergio Carlacchiani




Le opere di Sergio Carlacchiani, classe 1959, impattano per il contrasto di luci e ombre, di presenze assenze, di manifestazioni dell’animo tormentato da dubbi e domande; è un linguaggio pittorico forte con riferimenti spesso da cercare nelle tracce intricate del disegno. Di natura evocativa conducono in scenari apocalittici individuali o collettivi, in profonde analisi dell’esistenza e delle calamità che la possono attraversare. Non mancano apparizioni di Luce che fanno emergere una voce augurale di speranza per l’umanità.



oltre alla sua pagina fb https://www.facebook.com/SergioCarlacchiani dove convivono poesia e pittura, potrete trovare altre sue info e opere sul sito https://sergio-carlacchiani.blogspot.com/p/blog-page.html

l’alba
L’alba è sogno da inquadrare,
spesso si smarrisce il meglio
svogliati da luna dicembrina
in postura fetale, pigri
a rendere onori al giorno.
Giocando d’anticipo
sul campo delle meraviglie
si assiste ai primi barbagli
d’un giorno sacro a Giove.
Indeciso il sole, sognante
estati e rosee sponde
di fenicotteri in raduno,
mostra il suo desiderio
nel pallido rosa d’un bacio
tingendo di sè le nubi,
scarmigliati sorrisi plananti
su longevità di dolci carrubi.
Daniela Cerrato

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