sogni e insonnie

Chi fantastica non sa di tuoni e lampi
di crampi ai polpacci di vita
di notti che cuciono pensieri
spessi quanto una vecchia trapunta

Se non interverrà la luna
la notte faticherà a sognare
e i cani irrequieti a latrare
al mistero irrisolto d'insonnie.

Nell'inventario dei sogni dorati
mancano tutte le ansie del mondo,
rotondo ma pieno di spigoli vivi.

Daniela Cerrato

Art by Ana Novaes

pieno a perdere

L'emozione è crosta di pane fresco  
col tempo segna un fragile palato
spontaneo  è il morso fragrante
lontano da varianti senza rischio.

Schianto di gioia invadente
di  ierlaltro stempera il colore
e in splendore  fittizio si tramuta,
un pieno a perdere e null'altro.

A ogni accenno di felicità
non chiedere se o quanto durerà
si capirà dall'ombra di se stesso
tutto termina per naturale processo.

Daniela Cerrato

Immagine da surrealistly.com

leggendo

Poche pause, quasi un unico fiato
quel dire conciso in ruvide parole,
vivide nei rari accenni di vita
spente su visione contrita del nulla.
Sbadigli sul quotidiano deforme 
ove l'azzurro si presenta per sbaglio.
Ogni ciglio di verso si fa soglia
d'orrido senza fine e un demone
inghiotte l'eco della scrittura.
Un vento freddo scorre fra le righe
di un cuore che alterna flussi a dighe.

Daniela Cerrato

D.img.22-elaborazione personale

poesie di Nancy Cunard

Nebbia

Quando il silenzio scende fulmineo e solenne
E strani pensieri fluttuano in una stanza di specchi
Quali terremo stretti, quali scorderemo?
Ricordi di istanti lontani, parole di giorno,
Ora nella notte di luce, notte di specchi,
Martiri senza pietà di forzati riflessi.
Spruzzi sul mare, esangui foglie in cielo
Restano senza traccia- benchè la polvere
Levi un pietoso oblio ed il bagliore
Svanisca dagli specchi  coi nostri volti andanti.

***
Siccità

Il giorno è lungo a morire, e ancora indugia
Nei campi, finchè il sole
Covando un feroce declino se ne va,
Le braccia aperte sui mari d'occidente.
Respira piano il tramonto sulla terra,
Distilla un grigio scintillio sull'alto grano
E sui fitti covoni, ove ore roventi
Hanno brunito e arso i pascoli morenti.
Anima dell'estate, luglio, mese imperiale,
Dispensatore prodigo di grazie,
Si è fatto incendiario, non trattiene il fuoco;
E ogni notte si strugge fino all'alba,
Spiando il misero oro della luna,
Il soave oro spurio del suo volto freddo
Che se ne sta lassù in contemplazione.

***
Dodici rintocchi d'orologio

Dodici rintocchi d'orologio: è questa l'ora
In cui Faust inveì per l'anima venduta,
Finchè la mezzanotte non scoccò, e Dio fu sordo.
È questa l'ora in cui Macbeth fu assassino
E udì il vento diffondere il suo gesto
In stanze cupe - L'Olandese
Prende di nuovo il mare, in disperata fuga.

***

Partirò

Non c'è fine alle cose; guarda il tramonto
Che solca i cieli eterno e inafferrabile,
Ma non posso aspirare a quella caccia.
Un cieco
Vento freddo
Soffia e se ne va
Sospirando in lontananza; il passo errante
Tornerà più tardi. I corpi uccisi
In battaglia vanno in cielo su gambe spirituali,
Finchè la terra non fa loro cenno
Di tornare sulla strada del ricordo.
E mai canzone
O cosa di avventura appassionata cade nella polvere
Guasta o avvizzita, quando da un cuore pulsante
È nata la sua voce
In un giorno vivido.
Di questo è fatto tutto ciò che chiedo
Una spada ardita da stringere in pugno
Per non temere le battaglie del tempo
                                    Magari un po' di ruggine
Si posa su quello che non curiamo più.
Ma io ho chiuso la porta
A quelli che cianciano di morte, e partirò
A caccia di firmamenti senza fine.

***
poesie tratte dalla rivista Poesia, Anno III, N.14 - luglio-agosto 2022 , Crocetti editore. ( traduzione di Annalisa Crea )

Nancy Clare Cunard (1896 –1965) scrittrice, poetessa e anarchica inglese nacque da famiglia benestante ma presto rinnegò i valori dei genitori dedicando gran parte della sua vita alla lotta contro il razzismo e il fascismo. Divenne la musa ispiratrice di diversi artisti del XX secolo fra cui Wyndham Lewis,Tristan Tzara, Louis Aragon, Ernest Hemingway, James Joyce, Constantin Brâncuși, Langston Hughes, Man Ray e William Carlos Williams. Era bella, intraprendente, anticonformista, posò come modella, dettò le mode; le piacevano i dettagli e i monili africani e nelle fotografie appariva con occhi bistrati e rossetti evidenti ma con una maschia severità nello sguardo. Nel 1920 a Parigi entrò in contatto coi movimenti modernista, surrealista e dada, e la maggior parte dei suoi versi pubblicati risalgono a questo periodo. Nel 1927 si trasferì in Normandia, a La Chapelle-Réanville, dove nel 1928 fondò la Hour Press, una piccola casa editrice . La Cunard volle supportare lo sviluppo della poesia sperimentale e la crescita di un mercato disposto ad investire di più sui giovani scrittori (fu la prima a pubblicare Samuel Beckett); la sua eredità le permise di correre dei rischi finanziari che altri editori non potevano permettersi. La Hour Press divenne famosa per le sue belle illustrazioni oltre che per la sua produzione d’alta qualità. Nel 1928 dopo la rottura sentimentale col poeta e scrittore Louis Aragon, iniziò una relazione con Henry Crowder, un musicista jazz afro-americano che lavorava a Parigi e iniziò a interessarsi attivamente delle politiche razziali e dei diritti civili negli USA. Nel 1931 pubblicò l’opuscolo Black Man and White Ladyship, un duro attacco alle tendenze razziste esemplificate da sua madre stessa che si indignò per le frequentazioni di Nancy. Scrisse inoltre “Negro: An Anthology” , una raccolta di poesie di alcuni autori afro-americani per cui già due anni prima della pubblicazione giunsero minacce e lettere anonime; alcune di queste le pubblicò nel libro nel quale esprimeva il suo rammarico sul fatto che una parte della cultura Americana non potesse essere resa pubblica. A metà degli anni trenta prese parte alla lotta antifascista, parlando dell’annessione dell’Etiopia da parte di Mussolini e della Guerra Civile Spagnola, prevedendo lo scoppio di un’altra guerra. Nel 1937 pubblicò una serie di libretti con poesie sulla guerra che comprendevano scritti di W. H. Auden, Tristan Tzara e Pablo Neruda. Durante la Seconda guerra mondiale lavorò a Londra come traduttrice per conto della Resistenza francese. Negli ultimi anni della sua vita soffrì di malattie mentali e fisiche; viaggiò ugualmente e dopo uno scontro con la polizia londinese fu ricoverata in manicomio .Dopo esserne uscita la sua salute peggiorò ulteriormente, tanto che quando fu trovata in strada a Parigi pesava solamente 27 kg. Portata all’Hôpital Cochin morì due giorni dopo e le sue ceneri riposano al Père-Lachaise.

Nancy Cunard in una foto di Man Ray

Augusto Daolio , non solo Nomadi

«Mi piace pensare che il linguaggio e la possibilità di esprimersi creativamente, artisticamente sia una specie di necessità. Io la pratico anche come una piacevole disciplina. Dal dipingere sono stato scelto, ma non so perché questo sia avvenuto. Sono stato fortunato, ho incontrato la musica, ho incontrato la poesia, ho incontrato la pittura, le parole. Voglio dire che non ho cercato mai niente». Sono le parole che l’indimenticabile Augusto Daolio ha usato per delineare una delle grandi passioni della sua vita: quella per la pittura.

Tutti o quasi conosciamo Augusto Daolio come il fondatore e la voce dei Nomadi, ma non tutti sanno che è stato anche un eccellente pittore e disegnatore di genere surrealista. La città di Ferrara a trent’anni dalla scomparsa gli dedica la mostra antologica,una selezione di 56 lavori dell’artista, olii e chine colorate, realizzati tra il 1973 e il 1992 . Il respiro della natura, alla Palazzina Marfisa d’Este. In mostra dal 18 giugno all’11 settembre 2022 .

«I disegni di Daolio – dice Vittorio Sgarbi – sono le evocazioni di emozioni che sono dentro di noi e che non dobbiamo faticare a riconoscere. Augusto è andato lontano, è andato sulla luna ma gli sarebbe bastato stare a Novellara con la stessa fantasia di un grande pittore come Lelio Orsi, evocato da Pietro Di Natale, che ha dipinto nella Rocca un padiglione di verzure con il Ratto di Ganimede. Gli amori, i desideri, le lunghe notti d’estate ritornano, e un poeta lascia interrotto il suo sogno perché lo continui un altro. Così è stato per Augusto Daolio».

«​​La musica la coltivo come mezzo sociale per comunicare con gli altri: ansie, rabbia, amore, idee e progetti.
La pittura per scavare dentro me, per interrogarmi,
per lo stupore, la meraviglia e il segreto»


Augusto Daolio