oracoli

Le ali resteranno bianche
peccando  d'amore
nel mondo sfinito da eccidi.
Non occorrono veggenti
a prevedere futuri orribili
tra demoni fraticidi.
Nell'arcano raduno di nubi
s'addensa un'esile speranza
di ravvedimento umano.

Daniela Cerrato
“the sky this evening”, Photo by Paul Militaru

vetrina fotografica: uno dei grandi maestri, Bruno Barbey (1941-2020)

Bruno Barbey, nato in Marocco nel 1941, ha avuto doppia nazionalità, francese e svizzera. Ha studiato fotografia e arti grafiche all’École des Arts et Métiers di Vevey, in Svizzera.

Bruno BARBEY. 1995.

Sull’onda dei portfogli dedicati “Les Amèricans” di Robert Frank e de “Les Allemands” di René Burri, Barbey realizzò il progetto intitolato “Les Italiens”, una raccolta che documentava l’Italia dal 1961 al 1964, catturando l’animo della nazione italiana durante il boom economico. In seguito a quel reportage in bianco e nero pubblicato dall’editore Robert Delpire, entrò in contatto con Marc Riboud e Henri Cartier-Bresson e nel 1966 fu convocato in Magnum.

ITALY. Town of Milan. At the Opera. 1964.
ITALY. Rome. 1962.

Da dilettante, Barbey iniziò a scattare foto monocromatiche, come era la tendenza all’epoca, ma la vivacità e la luce del Marocco hanno indubbiamente influenzato la sua transizione verso il colore che in seguito divenne caratteristica del suo lavoro.

MOROCCO. Fez. Moulay Idriss. Courtyard of the Zaouiya. 1983.

Bruno Barbey entrò e divenne vice presidente di Magnum per l’Europa nel 1978 e 1979 e presidente di Magnum International dal 1992 al 1995. Ha fotografato grandi eventi storici nei cinque continenti, dalla guerra in Vietnam alla guerra del Golfo. Uno dei suoi primi grandi reportage fu quello dedicato al maggio del ’68 parigino in cui seguì tutte le contestazioni studentesche e l’occupazione della Sorbona. Il suo lavoro è apparso sulle principali riviste del mondo e ha pubblicato oltre 30 libri.
Nel 1999 il Petit Palais di Parigi ha organizzato una grande mostra personale di fotografie di Barbey scattate in Marocco nell’arco di un trentennio.

Nel 2015/2016, La Maison Européenne de la Photographie di Parigi, ha presentato la sua mostra retrospettiva. Ha pubblicato contemporaneamente il suo libro retrospettivo “Passages” e ricevuto numerosi premi tra cui l’Ordine al merito nazionale francese. Nel 2016, è stato eletto membro dell’Accademia francese di belle arti, Institut de France.
Le sue fotografie sono esposte in tutto il mondo e sono presenti in numerose collezioni museali. 
Uno dei suoi ultimi lavori dal titolo “Il colore della Cina” è stato pubblicato nel 2019.

È morto il 9 novembre 2020 a Roubaix , in Francia, all’età di 79 anni. Viene ricordato dai suoi colleghi come un uomo sofisticato e garbato, generoso e premuroso riguardo alle situazioni che ha fotografato.

qui di seguito un’interessante intervista dove Barbey si racconta mentre scorrono alcuni dei suoi più importanti scatti. Buona visione.

reblog: MEDITERRANEAN BLUES — di Massimo Botturi

Alle lusinghe ed ai vizi, a tutto cedo. Che pulsi di grintoso animale questo cuore si insozzi della sbornia marea, non ho più tempo di imbellettarmi come una scimmia; voglio i sensi al limite supremo di questo corpo in fionda. Che mi si scagli su te, donna superba la nudità è il migliore gioiello, e […]

MEDITERRANEAN BLUES — massimobotturi