Mese: ottobre 2022
Adam Hillman e Skeleton Key
Adam Hillman è un artista che crea solitamente opere riciclando materiali colorati che dispone per ottenere astrazioni, ritratti o riproduzioni di quadri famosi. Per la composizione del suo lavoro che qui propongo ha abbandonando le palette di colori preferendo il bianco e nero. Per crearlo ha scelto l’oggetto di metallo più comunemente usato e allo stesso tempo simbolo di libertà, scoperta e mistero, ossia delle vecchie chiavi. Lo ha intitolato appunto “Skeleton Key”, un gioco di parole che si riferisce a un tipo di chiave master con un bordo dentellato che consente di aprire più blocchi. Dando un’occhiata ai singoli pezzi che compongono l’immagine grande, non si può non pensare che molte di queste chiavi appartengono a varie tipologie di oggetti e di case, da una squallida baracca al lussuoso palazzo. Hillman è noto per la lavorazione di oggetti di uso quotidiano, come tamponi di cotone,graffette, caramelle, cannucce e mollette, in un ampio spettro di colori scelti e disposti con attenzione certosina in una sorta di puzzle dall’aspetto estetico geometrico-ipnotico.

Adam Hillmann, Skeleton Key- Sotto in due dettagli


I suoi lavori si possono vedere sulla sua pagina instagram https://www.instagram.com/witenry/
oppure sul suo sito: https://adamhillman.tumblr.com/
indefinibile
Difficile fotografare la pioggia
se non sui vetri rigati
o nel crescendo di pozzanghera
così è definire l’amore
le parole non reggono
l’incanto del cielo
si deve avere cuore fradicio
il senno chiuso nell’ombrello
dimenticato.
Daniela Cerrato

Gernot Schwarz Photo
Lucas Imbiriba, simplemente fantástico
tutto più facile
Due colpe al Padreterno infinite a chi è di spalle o non respira più. Indegna l'anima di chi sentenzia senza essersi mai specchiato sotto pelle ed orpelli. Maledire se stessi è buon inizio per comprendere il fallimento dell'uomo su questo pianeta. Daniela Cerrato

Johannes Itten (Swiss, 1888-1967)
buone cos cos cos
Goyescas “Los majos enamorados”, Enrique Granados
di gravità e leggerezza
Lo spirito non si rigenera coi lamenti il velo che si perde a ogni tramonto merita la leggerezza di una farfalla anche fra nubi ostiche a schiarire. Al solo tollerare reciproci pesi non sopravvive amore è filo d'erba che s'interra al calpestìo frequente. Si ama l'anima che del dramma scompone gli atti e reinventa allegria proprio nel gelo di accenti invernali che non riconoscono altra stagione. Daniela Cerrato

Lorenzo-Mattotti-Marisol-1993
Repent Walpurgis, Procol Harum
Poesie di Prisca Augustoni
Abitiamo all’insaputa
la vita segreta delle cose:
la solitudine è un luogo,
una strada abbandonata
dove l’ombra, gemella
crudele ci lascia
da soli sul marciapiede
e aspettiamo,
immobili
e spauriti come dei cani
che la mano diventi carezza
*
Dove non cresce ombra
né radice
nello sterrato attorno al cemento
dove non c’è fiore
né pietra che duri per terra:
il vuoto che lo raduna
in questo giorno stanco dei vivi
e calmo, sotto un cielo che non sa
predire nessun occidente:
solo il ramo stride nella crepa
del tronco, nella ferita invisibile
che il vento tocca e incrina
a contropelo,
nella radura deserta
dove neanche il merlo osa sostare.
*
Ci sono stanze chiuse a chiave
dove nascondiamo ciò che non entra più
in noi, ciò che resta fuori.
Il disordine così disposto
ci siamo dimenticati di lui
per anni,
finché un giorno è riapparso
e dal nulla, in silenzio
come muffa che intacca il muro,
la casa ha iniziato a cedere,
prima dentro di noi,
infine, inesorabile,
verso lo schianto.
*
è una ventosa
che s’appiccica s’incolla ovunque
avvicina mondi mai pensati prima
e nuove e strane cose s’amiciziano
è un turbine che stritola
avanza e inghiotte nella morsa
pesci, rane, girini e libellule
un dolce frastuono in sottofondo
come di un’elica che gira
o il tonfo di una montagna quando frana
*
Intermezzo
dì marmo o dì carbone
Siamo giovani Penelopi.
I nostri mari
tutelano sgabelli.
Nell’andirivieni di aghi
i pedali Singer
sono novene che germinano,
lampade a petrolio
percorrendo
la via dei ciclamini.
Siamo giovani Penelopi
con vecchi retaggi.
____

Prisca Agustoni è nata a Lugano nel 1975. Ha vissuto per molti anni a Ginevra, dove si è laureata in Lettere e Filosofia. Dal 2003 vive tra la Svizzera e il Brasile, dove lavora come traduttrice e come docente di letteratura italiana e comparata presso l’Università Federeale di Juiz de Fora. Scrive in italiano, francese e portoghese e si autotraduce nelle tre lingue, considerando questo processo di autotraduzione un processo creativo, del quale si occupa anche come ricercatrice. Fa parte del comitato scientifico del Festival Internazionale di letteratura Chiasso Letteraria e ha partecipato come autrice invitata a diversi festival internazionali di poesia in Europa e in Sudamerica. Ha pubblicato le raccolte di poesia Sorelle di fieno (Mazza Edições 2002); La morsa (Alla Chiara fonte 2007); A recusa (Pasárgada 2009); Casa delle ossa (Opera Nuova 2010); Le déni (Samizdat 2012); Poesie scelte (Giuliano Ladolfi Editore 2012); Cosa resta del bianco (Gabriele Capelli 2014); Un ciel provisoire (Samizdat 2015); Diario di bordo (Mazza Edições 2015); Casa dos Ossos (Macondo 2017); Animal Extremo (Patuá 2017); O mundo mutilado (Quelônio 2020). Ha pubblicato interventi, poesie e traduzioni su varie riviste e antologie.
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