da “Questa libertà” di Pierluigi Cappello- Bur-2016

… “Ognuno di noi ha il suo porto sepolto dentro di sé: quando io
sprofondo nel mio, le prime parole che mi vengono incontro sono
quelle della mia infanzia sul colle e sono la parola “ombra”, la
parola “acqua”, la parola “pietra”, la parola “muschio”, la parola
“nuvola”, la parola “fatica”, la parola “silenzio”. Con le parole, pian piano affiorano i luoghi e i volti e mi viene incontro mia madre, che mi prende per mano e mi porta a cogliere i bucaneve lungo le rive gelate del torrente a febbraio.
E allora, in quel momento, mia madre, io, il candore dei bucaneve
su letto di muschio e l’acqua sulle pietre levigate, siamo di nuovo
uniti e rinnovati, custoditi dal silenzio, la parola che preferisco. E
anche se so che il silenzio si declina in molte forme, quello che io
amo è la cripta d’amore che custodisce e rinnova, dove si scende
piano piano, con deferenza, a piedi scalzi.”[…]

Autore: Daniela

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