Vladimir Horowitz

Il 5 novembre 1989 a New York morì Vladimir Horowitz uno dei più grandi pianisti a livello mondiale. Era nato a Kiev nel 1903 da una famiglia ebraica; alunno di Blumenfeld al conservatorio di Kiev, iniziò a tenere concerti a Char´kov all’età di diciassette anni e svolse poi nei maggiori centri d’Europa e d’America una intensa attività di concertista di pianoforte, raggiungendo grande fama internazionale. Sposò una figlia di Arturo Toscanini. Dotato di tecnica prodigiosa, è stato interprete duttile e nitido del grande repertorio romantico. Nel 1944 aveva ottenuto la cittadinanza statunitense. Dopo una seconda interruzione dell’attività concertistica nel 1953, si presentò di nuovo in pubblico nel 1965 con un concerto alla Carnegie Hall di New York, ottenendo un successo trionfale. In seguito le sue esibizioni furono tuttavia avvenimenti rari quanto sensazionali, di volta in volta enfatizzati dalla televisione e dall’industria discografica. Nell’autunno del 1985 si presentò anche al pubblico europeo dando alcuni concerti a Parigi e alla Scala di Milano, e nella primavera del 1986 tornò con successo in Unione Sovietica, dalla quale era partito nel 1925, suonando a Mosca e a Leningrado.

Qui è in un recital pianistico del 1987 alla Sala d’Oro del Wiener Musikverein

senza doglia

"E poi un giorno senti l'odore dell'autunno. Non è davvero freddo, non c'è troppo vento. Non è cambiato niente. Eppure, è cambiato tutto. "    (Kurt Tucholsky) 
È stata fredda la notte
ora rabbonito il vento
la guancia imbrunita cerca sole.
Non senti peso,  non t'appartiene
nemmeno un cruccio in vita,
nascita e morte stessa rilevanza.
Non conosci la parola destino,
tra un inchino al suolo e un volo
a caduta libera sei sempre foglia,
la stessa del ramo marzolino
su cui il cardellino s'infrattava.
La doglia è condizione  umana
che non cerca nirvana come fine.



Daniela Cerrato
foto di Paul Militaru