La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )
Cantava d’amore alla finestra cantava a lungo, a squarciagola ed era una voglia di maschio venuta chi lo sa da sotto terra su per le gambe, agli occhi al fiore della pancia. Cantava per amore ed era una giornata corta. Ora ha l’aria d’una chioccia pulisce i bambini e sta in silenzio.
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I Partigiani
Non per ragioni di gloria andammo in montagna a far la guerra. Di guerra eravamo stufi di patria anche. Avevamo bisogno di dire: lasciateci le mani libere, i piedi, gli occhi, le orecchie; lasciateci dormire nel fienile con una ragazza. Per questo abbiamo sparato ci siamo fatti impiccare siamo andati al macello piangendo nel cuore con le labbra tremanti. Ma anche così sapevamo che di fronte ad un boia fascista, noi eravamo persone e loro marionette. E adesso che siamo morti non rompeteci i coglioni con le cerimonie, pensate piuttosto ai vivi che non abbiano a perdere anche loro la giovinezza.
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Le case di campagna.
Sbriciolate dalle ruspe nascoste dietro i garage le case di campagna hanno i giorni contati. Le smembrano a pezzetti: le vasche di sasso nei giardini e gli arcolai in mostra nel salotto. A volte le scorgi nascoste sotto i tetti come farfalle che i mercanti le cercano per farne degli alberghi.
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Al lavatoio.
Al lavatoio le donne coi capelli scarmigliati come diavoli picchiavano coi panni come fruste. Parlavano scurrile litigavano e poi si mettevano a cantare insieme ed erano grida d’amore come delle gatte.
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Le strade sono
tutte di Mazzini, di Garibaldi, son dei papi, di quelli che scrivono, che dan dei comandi, che fan la guerra. E mai che ti capiti di vedere via di uno che faceva i berretti via di uno che stava sotto un ciliegio via di uno che non ha fatto niente perché andava a spasso sopra una cavalla. E pensare che il mondo è fatto di gente come me che mangia il radicchio alla finestra contenta di stare, d’estate, a piedi nudi.
Santarcangelo di Romagna ha dato natali e lingua a tre poeti, amici fra loro: Tonino Guerra, Nino Pedretti e Raffaello Baldini. Per la sua morte prematura Pedretti, fra i tre, è quello che finora ha avuto meno fortuna Nato nel 1923 , noto come poeta dialettale pubblicò la sua prima e unica raccolta poetica in lingua, Gli uomini sono strade, nel 1977. La sua produzione poetica fino a quel momento non era stata abbondante, ma la qualità dei suoi versi lo aveva presto imposto come uno dei migliori poeti in dialetto. Gli uomini sono strade, opera divenuta presto introvabile, fu ristampata nel 2013 in un’edizione a cura di Tiziana Mattioli, la quale si occupò allora anche di raccogliere in un volume alcune poesie in lingua italiana rimaste inedite, dopo che nel 2003 era stato pubblicato Le pepite d’oro (Poesie 1946-1947) per Raffaelli Editore, una seconda raccolta in lingua che Pedretti non diede mai alle stampe. Nino Pedretti morì prematuramente il 30 maggio 1981, a soli 58 anni. Per molti anni la sua eredità fu ignorata, il suo nome dimenticato, e solo recentemente sono stati riscoperti i suoi lavori letterari. Nel 2007 Einaudi ruppe il silenzio su Pedretti ripubblicando dopo molti anni la prima raccolta del poeta, Al vòuşi, originariamente edita nel 1975. Dopo Einaudi, Raffaelli Editore si è preso a cuore la pubblicazione di gran parte delle sue opere, che oggi possono essere lette o in volume o in e-book.
C’è odore di neve il sole scalda a fatica abbottona al mento le voglie stacca foglie scrocchianti. Fredde le estremità dei pensieri cercano passaporti immaginari in tepori di lane cotte rotte veloci per qualche sud di primavere perenni.
Daniela Cerrato
Michelangelo Pistoletto, figura che guarda nel pozzo (foto personale)
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