La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )
Curiosità: il mandolino fece la sua comparsa agli inizi del seicento e si può considerare un derivato della mandola, strumento della famiglia dei liuti; inizialmente era armato di sei corde doppie pizzicate con le dita come il liuto soprano. All’Ospedale della Pietà di Venezia, dove Antonio Vivaldi esercitò la sua arte, due mandolini con sei corde doppie in budello accordate sol– si – mi – la– re – sol erano presenti nell’inventario del 1790 tra gli strumenti usati dalle orfanelle istruite musicalmente e dirette da Vivaldi stesso. Il mandolino dunque era suonato anche dalle donne e l’iconografia del settecento ci rimanda immagini di fanciulle che suonano lo strumento come la cantante Faustina Bordoni (ritratta da Bartolomeo Nazari) interprete delle opere di Haendel e poi di Hasse, che divenne suo marito. Lo strumento del ritratto è un mandolino veneziano.
🇮🇹Genio della pittura che più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria, Boldini è pronto a trasportare il pubblico nelle sue opere nella mostra allestita a Palazzo Mazzetti di Asti.🇬🇧A genius of painting who more than any other has been able to restore the rarefied atmospheres of an extraordinary era, Boldini is ready to transport the public to his works in the exhibition set up at Palazzo Mazzetti in Asti.
Fabio Sgroi è nato a Palermo nel 1965 e vi risiede tuttora, ma il suo mestiere, la curiosità e la sua arte l’hanno condotto in giro per il mondo. Si è accostato alla fotografia quando lavorava per il quotidiano L’Ora di Palermo, con un ruolo puramente giornalistico; ma la relazione con la fotocamera si è trasformata in una passione che andava oltre la professione di fotoreporter. Ha rivolto quindi la sua attenzione su alcuni temi caratteristici della Sicilia, dalle celebrazioni religiose alla vita quotidiana.
Nella pubblicazione “Palermo 90” ha raccolto gli scatti di una vita cruda e borderline che comprende le diverse frange di resistenza, foto di anarchici, nasi rotti ed eroi urbani. Sgroi con la città ha avuto sempre un rapporto conflittuale, da adolescente è stato influenzato dal contesto mafioso che dilagava, nel contempo, l’unicità del luogo, capitale di un’isola abbastanza grande ma isolata dal resto dell’Italia, la sua luce, la storia, il paesaggio, la sua gente lo hanno lentamente forgiato. La Palermo degli anni ’80 sembrava una città del dopoguerra col centro storico costituito da un ammasso di macchine parcheggiate ove di sera si respirava un clima desertico e spettrale.
Arrivando al 2000 il suo sguardo si è allargato, interessandosi alla realtà europea contemporanea , a quei paesi che vedono e credono in una identità comune nel Vecchio continente, riuscendo a fotografare l’humus dei nove Paesi che entrano a far parte dell’Unione. Così nel 2017 pubblica “Past Euphoria Post Europa” un libro che attraversa il tempo dei cambiamenti avvenuti nelle società dei 14 Paesi dell’unione.
Belgrado
Altro portfolio interessante è “Passage”, viaggio fotografico tematico nato dopo la guerra balcanica da Istanbul a Belgrado.
Ha continuato a lavorare rigorosamente con pellicole in bianco e nero, considerandolo il mezzo “eterno” che riesce a imprimere forza e spessore alla realtà catturata, conferendole anche il fascino del mistero e del sogno.
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