Giorno: 6 gennaio 2023
poesie di Jean Follain (1903 -1971)

Jean Follain (1903 -1971) è stato un poeta francese poco noto in Italia . Nelle sue raccolte poetiche è rimasto costantemente fedele a un tipo di poesia in cui i gesti e il vissuto della quotidianità dell’uomo diventano quadri metafisici, momenti particolari che segnano il passaggio dall’istante all’eternità, come in una fotografia d’autore; nei suoi versi compare raramente la metafora perchè come lui stesso spiegò “Per quel che mi riguarda sono arrivato a non farne quasi più. È che essendo la metafora paragone, io non voglio paragonare nulla a nulla in questo universo molteplice dove tutte le cose hanno tuttavia tra loro delle misteriose affinità”
Da ricordare: La main chaude (1933); Usage du temps (1943); Exister (1947); Territoires (1953); Des heures (1960); Appareil de la terre (1964); D’après tout (1967); Espaces d’instants (1971); e postume: Collège (1974) e Présent jour (1978).
Le poesie che seguono sono tratte da un interessante articolo curato da Claudio Pasi sulla rivista “Poesia”, nuova serie, Anno III-N.16, Crocetti Editore.
Capita di sentire,
fermi immobili su un sentiero di viole,
una scarpa di donna che urta
contro la ciotola di legno di un cane
nell’ora dolce del crepuscolo,
allora il silenzio si fa ampio come un organo.
Così quando l’adolescente,
venuto da uno squallido collegio,
percepisce sotto i pioppi freddi
una che cammina con le narici frementi
colpite dall’aroma della menta.
Tutte le luci tenui dei villaggi
si ritrovano nel diamante delle città.
In un universo misterioso,
lasciata cadere sulle ginocchia
la stoffa su cui fissava gli occhi,
una ragazza in preda alla furia d’amore
punge con l’ago la punta delle sue fragili dita
accanto ad un profumo che svapora.
Da La mano calda, 1933
**
Parlare da soli
Capita che uno con sè stesso
pronunci una parola
solo su questa terra strana
allora il fiorellino bianco
il sasso simile a tutti quelli del passato
il fuscello di paglia
si ritrovano insieme
ai piedi del cancello
che si apre lentamente
per entrare nella casa di argilla
mentre sedie, tavolo, armadio
avvampano di un sole glorioso.
**
I giardini
Sfinirsi a cercare il segreto della morte
fa dileguare il tempo tra le aiuole
dei giardini che tremano
nei loro frutti rossi
e nei loro fiori.
Sentiamo il nostro corpo che si sfalda
tuttavia senza troppo dolore.
Ci chiniamo a raccogliere
qualche moneta fuori corso
intanto che si odono lontano
delle grida di orgoglio o d’amore.
Il tenue rumore dei rastrelli
si accorda ai paesaggi
attraversati dai sospiri
degli estirpatori di malerbe.
**
I libri e l’amore
I libri che riempono la stanza
vibrano come arpe eolie quaando
passa il vento che viene dagli aranceti
e la lettera incrostata nella pagina
aderisce
alla bianca carta di lino
e tuona la guerra da lontano
in questo autunno in fiamme
che uccide insieme l’amante e l’amata
lungo una riva antica.
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