di ETTORE FALZETTI ♦
Dall’apice del cuneo da cui la città prende nome si vede nitidamente la sagoma poderosa di una montagna innevata. Mia figlia e io siamo incuriositi, vorremmo saperne il nome. C’è poca gente in giro per domandare, il primo che troviamo non ne sa nulla, è un romeno. Poi una macchina parcheggia, ne scende una coppia, hanno l’aria di essere gente del posto. “Quello è il monte Bisalta” dice lui “e sotto c’è un paese che durante la guerra fu incendiato”. “Boves” dico subito. “Sì, ci ha ragione”.
E’ ormai tardi, dobbiamo lasciare la città di Duccio Galimberti e rientrare al nostro alloggio che è piuttosto distante, a Dogliani, la terra degli Einaudi.
Ma alla circonvallazione ci rendiamo conto che solo sette chilometri ci separano dalla città martire e decidiamo di andare. Attraversiamo fertili campi coltivati, scopriamo che in questa zona c’è una pregiata qualità di fagioli…
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