sia sul lavoro che a casa ultimamente rispondo al telefono più per sondaggi telefonici commerciali che per reali utilità; in strada sono sempre più numerose le interviste in agguato mentre stai recuperando di fretta un ritardo con due buste della spesa e un’espressione tutt’altro che rilassata. Ok sono per lo più ragazzi vittime di un mondo del lavoro inesistente, non puoi trattarli male, anzi, per simpatia a volte scappa una battuta scherzosa, ma sinceramente questa modalità di aggredire i passanti parandosi davanti è piuttosto disturbante. Che poi, vedi che non sto camminando col naso in aria a passo di lumaca, per cui qualsiasi cosa tu mi chieda mi verrebbe da risponderti per lo meno così:
Categoria: Riflessioni
s’intorta malcontento
Si prevede un tutto esaurito anticipato per consumi natalizi, ogni ben di dio purchè mangereccio è già preso d'assalto e pare che dopo le restrizioni pandemiche anche ai turisti buongustai d'oltralpe sia scoppiato l'appetito convulsivo; peccato che vengano geograficamente spiazzati da tradizioni culinarie diverse, da offerte di nduja tra caldarroste e bagnacauda e frullati di fichi d'india accanto al vin brulè. L'aperitivo diventa pranzo a tutto tondo, prelibatezze tartufate fruibili in numerose casette bianche lillipuziane che sembrano costruite da gnomi, alberi di natale e palloncini alla deriva dopo i selfie di rito nel "tutti in piazza". Uno strategico meccanismo della gastroeconomia per intortare il malcontento generale, col santa claus ormai a contratto trimestrale. Per i più piccoli sulla pista di ghiaccio è il paese dei balocchi, i loro occhi recepiscono solo luci e già sono smaliziati verso l'uomo nero; forse vivranno un futuro in cui la pasqua si festeggerà da capodanno, i calendari non saranno più appesi al muro e sarà caos mentale e meteo tutto l'anno. Per lo meno il cappone può ritenersi sollevato, per il venticinquedodici si penserà a dimagrire e per disintossicarsi dai veleni ingurgitati verrà raschiato il fondo del salvadanaio per una vacanza detox in località esotica dove ananas e cocco saranno unico cibo servito da colazione a cena, però vuoi mettere il figurone di postare le tue foto in costume su una spiaggia bianca a san silvestro? E della crisi galattica dei notiziari già non c'è più traccia, tira bonaccia di fiesta e il cervello di molti ha già le infradito ai piedi; per le bollette future c'è sempre il cesto della carta straccia. Come diceva la canzone era meglio morire da piccoli...
corri criceto ma fuori dalla gabbia!

l’ennesimo scempio all’arte
Imbrattato quadro di Monet al museo di Postdam, attivisti lanciano purè di patate contro “Il Pagliaio” Deve ancora essere valutata l’entità degli eventuali danni.
Questa la notizia con tanto di filmato comprovante l’atto vandalico.
Otto giorni fa a Londra presunti ecologisti (??) hanno lanciato salsa di pomodoro contro il quadro “I Girasoli” di Van Gogh. Ora dico io, quando vado in un museo di solito vedo lo staff della sicurezza che scandaglia per le sale e ti osserva anche quando vai verso la toilette. Possibile che accanto a dei capolavori lascino tempo e spazio a dei malati mentali per delinquere? persino in un piccolo museo a volte vengono obbligatoriamente fatti lasciare zaini e borse nelle cassette di sicurezza, possibile che non vengano adottate ovunque le stesse regole? o c’è da dubitare che ci sia un basista che consente queste bravate per un momento di folle notorietà delinquenziale? Iniziano a valutare i danni, ma a questi geni del purè infliggerei per direttissima una pena di almeno due anni senza sconti, ma a lavorare davvero fino all’estinzione del debito del danno causato.
“Non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole”
Concordo col pensiero di Galimberti e rilancio le sue parole; la formazione senza una base importante di umanesimo è nulla, non apre la mente, non produce stimoli per ulteriore futura curiosità di sapere. Fermarsi alla conoscenza strettamente tecnologica riduce l’uomo ad essere interfaccia dei propri terminali di ultima generazione, impoverendolo sulla visione autentica e globale della vita.
“Espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar. Lo scenario è diverso, devono imparare a vedere che cosa sanno fare senza protezione. Se la protezione è prolungata negli anni, come vedo, essa porta a quell’indolenza che vediamo in età adulta. E la si finisca con l’alternanza scuola lavoro, a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio. E noi riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura? È folle. Guardiamo sui treni: mentre in altri Paesi i giovani leggono libri, noi giochiamo con il cellulare. Oggi i ragazzi conoscono 200 parole, ma come si può formulare un pensiero se ti mancano le parole? Non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole. “
(Umberto Galimberti)
lo spam, questo conosciuto
È arrivata l’estate goditi la stagione,
promo ferragosto 4 mesi di aloe al prezzo di uno
è tempo di back to school, preparati a..
è arrivato l’autunno tempo di,
al tuo benessere pensiamo noi basta cliccare qui…
buttare l’indesiderato in spam a che serve se poi si ripropone quanto l’aglio? Ogni mattina la stessa romanza che snerva il risveglio e ritarda una semplice necessità di invio o ricezione importante e a seguitare durante il giorno un’altra sessione di proposte bizzarre. Una bagarre forsennata invade il privato e oscura la posta vera che fatichi a trovare soffocata nel mare di maialate. Chiudo gli occhi sui gestori gratuiti ma quelli a pagamento devono garantire un servizio migliore e invece si sa bene che sono proprio loro a vendere le banche dati al fine commerciale. Ma a questo illecito non c’è rimedio? Io non acconsento al trattamento dei dati quando richiesto, allora perchè tutta questa immondizia che mi fa sprecare tempo se oltretutto produce in me un effetto contrario, perchè se un marchio o un nome diventano ossessivi mai mi rivolgerò a loro per questioni di principio.
Almeno con la vecchia pubblicità cartacea si facevano cartocci per l’organico o carta pesta, questa elettronica di pesta lascia la pazienza e qualcos’altro.

chiare, fresche et dolci acque
Addomesticare per anni la vita è impresa da domatori di cascate
illusi da eccessiva autostima, la sua portata è inarrestabile.
Alla mia lascio libertà di scelta, di esprimersi al caso
sola a cibarsi d’arte e relativi effluvi, musica e poco rumore,
passioni nate da embrioni di rinascite, delusioni profetizzate,
sorelle di Morte che in anticipo mozza del cane solo la coda.
Mentre tutto ruota, lei è ferma non si conforma,ama,si disamora
scoprendo falsità e arroganza umana, spegnendosi per riaccendersi
quando e se l’aria non ha più alcuna traccia di passata malora.
Consapevole, a volte fiera del suo anacronismo che non la spaura
se crea disturbo suggerisco un tuffo più in là, a getto di cascata.
Daniela Cerrato

l’amaca di Michele Serra del 22-01-2021
Figli di Nessuno con babbo e mamma
La ressa di giovani consumatori per accaparrarsi un nuovo modello di scarpe è uno spettacolo penoso già in tempi normali. Sotto pandemia lo è molto di più, per ragioni così ovvie che non vale neppure la pena ripeterle. È una specie di autocertificazione che l’estinzione della specie umana non è un’ipotesi, ma una certezza. Spesso prevale, nella valutazione di questi fenomeni, una specie di pasolinismo minore, eh poveracci, è il degrado delle periferie, che devono fare, nessuno li pensa, nessuno si batte per loro. Dimenticando che Pasolini, per quel popolo servo, e traditore i se stesso, ebbe parole furiose; che molti di quest apparenti figli di nessuno, e vale anche per gli ultras di calcio, hanno invece mamma e babbo,la pancia piena, e sono piccolo-borghesi con dei soldi in tasca, non proletari. Infine, dimenticando che anche a Scampia, e nelle periferie più disgraziate, e nel fondo del fondo della società, ci sono librerie e prodigiosi insegnanti, e volontari ammirevoli e accoglienza. Un margine di scelta, tra essere servi e avere dignità, già esiste per chi voglia notarlo. Dunque mi chiedo quanto valga, quanto serva politicamente parlando, pedagogicamente ragionando, compiangere queste comparse del sistema, piuttosto che dire loro: siete degli idioti, siete dei burattini, siete i funzionari minimi della dittatura consumista. Non è in nome del nostro senso estetico che vi chiediamo di smetterla. È nel nome del vostro ultimo barlume di speranza.
Michele Serra, L’amaca, da Repubblica del 22 gennaio 2021
non essere
Non so se il covid abbia qualche responsabilità attribuitagli per scollarci di dosso certe colpe personali, ma i guasti della vita prima o poi saltano fuori in tutta la loro devastante azione e ci si deve fermare a considerarli seriamente per decidere se si può aggiungere ancora una pezza all’abito liso o gettarlo definitivamente, cosa assai più probabile. Lo sto facendo da settimane , girandomi nel mio nervoso silenzio; così non posso, non riesco, non mi va, non sono come vorrei essere e sto diventando intollerante a tutto, anche al cibo. Devo scoprire se c’è uno straccio di vita da vivere in tranquillità realizzabile e fruibile o se non vi sono più strade da percorrere perchè il tempo è scaduto o sta per scadere senza che io me ne renda conto. Raccolgo il silenzio freddo di un sasso e mi ci immergo. Oggi va così, tanto nessuno se ne accorgerà.
orme
Non tornerò sulle tracce, ricoperte le orme del cuore saranno vuoto a perdere senza materia. Le primule han lasciato primavera, s’aprono i campi ai girasoli a venire, bianche micche d’aria sfarinano il cielo, custode di silenzi messo di guardia a garanzia.
Muto, se non dopo folgore, assorbe flussi di sorte sottostante, lo si guarda interrogando il vuoto che nulla risponde o suggerisce. Al bivio si sceglie la nuova direzione.
– Daniela Cerrato
immagine dal web
buio e luce
Alle fauci della morte si guarda preoccupati, non si getta spugna se ancora assorbe luce. Ma a pensarci tutta questa luce cos’è, da che proviene?
È bagliore accecante d’un amore vissuto o mancato, il volto della madre di tutte le madri, il sorriso di Pachamama infinitamente artistico, estasiante come un Botticelli, migliaia di passi per un appuntamento mai dato, un sorriso, una parola attesa nell’ansia e mai udita, una gioia sublimata?
o di contro i flash nevrotici di chi accelera il tuo andare, le deflagrazioni che seminano morte, l’esplosione dell’Io disintegrato, le delusioni buttate in un silos in attesa di oblio?
Anni, anelli concatenati trascorsi in luce eppure quel buio profondo e
sconosciuto ha un indiscutibile fascino, viene talvolta il desiderio di baciarne le labbra, ma il timore che si schiudano e s’apra per sempre l’abisso trattiene e si rimane così, in balia di una curiosità rimandata, probabilmente a una data che non mi troverà d’accordo.
- Daniela Cerrato
photo MOKYOKAY I 2020 da Instagram
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