La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )
Maritaggi troppo onesti degli alberi attorno alle ville di cartone sui colli. Nei campi vi sono segnati ventagli, dove spuntano le piumette del grano. Sulla terra la luce è tutta riflessa dallo specchio del sole in onde di chiarori a frangersi sull’ultimo filone di neve sui monti. Gli uomini accanto hanno gli orecchi di madreperla. Una fanfara, e i cavalli vanno a passo di musica come portassero le cavallerizze per la sabbia del circo. Lontano un monte si apre, l’aria intona il do della terra. La strada galoppa il mio passo. Dovunque sono nate le violette.
S. Giovanni di Manzano, primavera 1917
dall’antologia Le notti chiare erano tutte un’alba, a cura di Andrea Cortellessa, Tascabili Bompiani
l’urgenza perde luoghi e date salta consegne, va fuori tempo, antepone l’assurdo agli occhi, appunta significanze sul diario risvegliando abitudini remote. L’angolo paradisiaco attende in qualche penombra silente, già pare buona grazia il sonno ma la troppa stanchezza tribola a trovare morbido un cuscino.
È viavai di cinismo e umanità su corridoi d’ospedale raggiunti di fretta, il tempo è scarso anche per gli affetti scorrendo sul dolore come nulla fosse. L’istante di un pensiero è già molto per ricordare l’inizio di un nuovo anno. Quando più necessita colore il cielo veste Malinconia.
“Durante l’accerchiamento di Sarajevo, Izet Sarajlic nella sua casa ha resistito agli inverni balcanici bruciando libri nella stufa e scrivendo poesie. Insieme alla compagna della vita, Mikica, ha estratto da lì calore e calorie di resistenza”. (Erri De Luca)
I critici di poesia
Perché i critici di poesia
non scrivono poesia
giacchè sanno tutto della poesia?
Sapessero,
forse preferirebbero scrivere poesia che di poesia.
I critici di poesia sono come i vecchi.
Anch’essi sanno tutto dell’amore.
Quello che non sanno è fare l’amore.
da “Qualcuno ha suonato” (Multimedia Ed.- Salerno – 2001 – nota
di Erri de Luca- traduzione di Sinan Gudzevic e Raffaella Marzano)
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La crisi della poesia d’amore
Avendo paura di essere definiti fuori moda i giovani non scrivono più poesie d’amore. Noi vecchi dovremo scriverle per loro. Non sarà la prima volta che il ruolo di Cristiano viene affidato a Cirano.
1987 – 1989
Traduzione: Sinan Gudžević e Raffaella Marzano
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Cambio dell’indirizzo
I miei amici sempre più spesso cambiano i loro indirizzi.
Ecco Alfonso Gatto, anche lui.
Fino a ieri abitava nell’allegra via romana, via Margutta.
Adesso abita nel cimitero a Salerno.
Questo è il peggiore di tutti i ventotto indirizzi che fino adesso aveva cambiato.
Migliore era perfino quello del tempo di Mussolini: Alfonso Gatto carcere centrale, Milano.
1976
Da “Lettere fraterne” (Dante e Descartes, 2007), traduzione di Eros Sequi
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Izet Sarajlic nacque a Doboj, Bosnia settentrionale ma dall’adolescenza sino alla morte visse a Sarajevo . È uno dei principali poeti dell’est europeo, fu parte del circolo 99 e testimone della grande tragedia della Bosnia. Nel 1954 fondò il Gruppo 54 che ha dato inizio alle nuove correnti di poesia moderna in Bosnia Erzegovina. Sostenne in tutta la sua vita i valori di una cultura laica e della convivenza pacifica tra etnie diverse. Grande conoscitore e traduttore della poesia russa, Sarajlic è stato a sua volta tradotto in numerose lingue. Le sue opere complete sono stampate in tre volumi dall’editore Rabic. In italiano sono stati pubblicati quattro libri di poesie: Il libro degli addii (Magma 1996), 30 febbraio (San Marco dei Giustiniani 1999), Qualcuno ha suonato (Multimedia 2001), Un’altra volta saprei (Multimedia 2004); e il carteggio con Erri De Luca, Lettere fraterne (Libreria Dante & Descartes 2007). Nel 2012 Einaudi ha pubblicato Chi ha fatto il turno di notte, con prefazione di Erri De Luca.
Un sole scarabocchiato
più caldo al ricalco
attraversa oscurità mentali
e illumina a passaggio.
Ogni raggio determina
si fa sembianza precisa
non domanda colori, vive
riconosce al mattino
il suo volto di ghisa
senza arcigni malumori
di qualsiasi mal d'amore.
L'animo può essere luce
anche a fari spenti.
Daniela Cerrato
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