Luogo di profumo e candore
di muschio bianco e sole
che si mescola agli effluvi
delle zagare inebrianti.
In una via pietrosa e stretta
agghindata da file di gerani,
d’un rosso che pare ancor più vivo
accanto al bianco del bisso steso
che cala, appeso e ritto
a qualche metro dai passanti,
agitandosi di tanto in tanto
in chiacchiericcio col vento
tiepido e discreto, come l’occhio
di chi di sbieco da un’infisso,
scruta il viavai curioso e lento
che allieta il borgo, c’ è il brusìo
di un turismo dall’aspetto variegato,
che con dialetti e idiomi provenienti
dai quattro punti cardinali, riesce
ad animare di vita e di mestiere.
Mentre un gatto accovacciato
su un gradone a catturare il sole
si stufa del vociare che lo disturba
e rientra da una porta a coda bassa,
un’anziana seduta in strada non trascura
il suo ricamo, curva sulla schiena
e attenta alla bottega ed ai merletti
appesi al fianco dell’uscio stretto
che accede ad un buio sconcertante
raffrontato al bagliore dell’esterno;
ma non oserebbe neanche il Padreterno
contraddire le usanze dell’astante,
tradizioni ed abitudini vanno mantenute
quale fascino semplice d’ogni luogo.
Cielo e mare son le cose che ho taciute
ma ne godrete, se farete un sopralluogo.
Daniela Cerrato, 2017
___ Foto di © Anna Montuori

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