… “O somma sapïenza, quanta è l’arte
che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo,
e quanto giusto tua virtù comparte!
Io vidi per le coste e per lo fondo
piena la pietra livida di fóri,
d’un largo tutti e ciascun era tondo.
Non mi parean men ampi né maggiori
che que’ che son nel mio bel San Giovanni,
fatti per loco d’i battezzatori;
l’un de li quali, ancor non è molt’ anni,
rupp’ io per un che dentro v’annegava:
e questo sia suggel ch’ogn’ omo sganni.” …
dal Canto XIX dell’Inferno di Dante Alighieri
L’interno della cupola del battistero di San Giovanni cui accenna Dante nel suo canto ha un rivestimento mosaicato la cui realizzazione iniziò intorno al 1270 e si concluse agli inizi del secolo successivo. Presenta otto spicchi con figure su fondo dorato. Nella parte superiore sono raffigurate le gerarchie angeliche, nella parte sottostante è raffigurato il Giudizio universale, con la grande figura centrale del Cristo giudice ai cui piedi avviene la resurrezione dei morti. Alla sua destra sono accolti in cielo i beati e, alla sua sinistra, si trova l’inferno coi diavoli.
E proprio di quest’ultima rappresentazione, che prediligo in modo particolare e che fu opera di Coppo di Marcovaldo,Coppus Alarcoaldi,(Firenze, 1225 circa – 1276 circa) pittore italiano tra i più eminenti della pittura toscana del XIII secolo, che riporto un particolare.
Altre spiegazioni si trovano nella pagina del video che segue e che mostra la bellezza di queste opere.
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