Siamo soli,
lui mormora, sussurra
al contempo ascolta la mia anima
che s’immerge nel suo blu profondo
e cavalcando le onde si sospinge
tra ricordi sogni e progetti.
Il suo moto ora pacato
segno di pace e saggezza
mi culla e mi rilassa
come premuroso genitore,
qualche schizzo spumoso
lambisce le caviglie, le accarezza
quasi per darmi un segno
tangibile di sua presenza.
Poi resto io in ascolto,
mi racconta di vita e di morte
di storie vere ed antiche leggende
narrate da pescatori e mitici poeti,
mi confida l’amarezza per i soprusi subiti
da chi lo ama solo per il cocco e il pattino
e non prende a cuore la sua salute
condannando secolari specie
a breve vita o ad estinzione.
Piange lacrime di sale mentre racconta i lutti
che ogni giorno annovera tra i flutti
e domanda come può l’essere umano
essere così cinico cieco ed ottuso.
Non rispondo, siamo tutti colpevoli
dargli ragione è irrilevante,
mi sento ancor più piccola ora
davanti alla sua immensità
e mentre le onde danzano
ipnotizzando il mio sguardo
continua quel dialogo che tanto amo.
Daniela,Luglio 2016

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