poesia senza verso

Poesia D'amore in esubero
variabili passabili o mediocri
di grandi cantori del passato,
un rimescolare di sublimi versi
persi nel social modernismo
d'un sogno che spera conquista.
Ineffabile la meglio poesia,
la Poesia In Amore,
frangente di silenziose
impietose dolci offese
interdette a trascrizione,
prima e dopo la creazione
d'un cosmo d'ombre e luci,
astrazione santificabile
al di là d'ogni verso.
Non ha titolo, secretato l'autore.

E anche questa è  esubero
dimenticate d'averla letta.

Daniela Cerrato

Alberto Martini, 1930

di gravità e leggerezza

Lo spirito non si rigenera coi lamenti
il velo che si perde a ogni tramonto
merita la leggerezza di una farfalla
anche fra nubi ostiche a schiarire.
Al solo tollerare reciproci pesi
non sopravvive amore
è filo d'erba che s'interra
al calpestìo frequente.
Si ama l'anima che del dramma
scompone gli atti e reinventa allegria
proprio nel gelo di accenti invernali 
che non riconoscono altra stagione.

Daniela Cerrato

Lorenzo-Mattotti-Marisol-1993

reblog: Francesca Diano – L’orfica — Il Ramo di Corallo

Laminetta orfica di Hipponion. Museo Archeologico Nazionale Vito Capialbi, Vibo Valentia *************** L’ORFICA Di Mnemosine è questo sepolcro. Posando il corpo sulla roccia scabra Ho sentito il mio peso contro il mondo – Dove cede la rosa il sollievo dei petali Lì in quel regno aereo voglio andare – Levare la grevezza dalla terra Perché […]

Francesca Diano – L’orfica — Il Ramo di Corallo

poesie di Giovanni Sepe

Tutta ti ho pianto
che resta negli occhi un secco sfacelo.
Ad ogni modo il cielo ritrova
le nubi in aprile, ed è bello sentire
il rumore dell’acqua

***

Io non so dove la terra si rompe ai fiori
non so della memoria del seme.
Io non so perché la mia mano trema
quando l’anima si chiude nel moto
silenzioso del dispiacere.
non so se morire salva
dalla morte.
Io non so di queste cose
e non chiedo che un posto
dove la luce possa dirigersi clemente

***

Sono fatto di agitate nostalgie
e lampi contenuti nelle vene
voci che perturbano l’assenza
Sono fatti questi del tutto personali
nessuno mi chieda parola
ho da guardare l’acqua
e riprendere memoria

***

Lettera da un posto accanto


Ti scrivo da un cambiamento, un posto non posto, a cui mi è impossibile sfuggire, dove ogni cosa non è più nel proprio tempo, e il tempo stesso non è che uno spazio occasionale.
Da qui la mia voce non arriva oltre il torace, i rumori si sovrappongono in una armonia non comprensibile, in un moto avvertibile sulle ossa. E dentro i buchi dell’anima.
Non chiedermi perció di ciò che sarà; ho da stare in questo tempo come una latenza di me.
Ti scrivo e non per dirti di ciò che sarà, ti scrivo perché possano questi pochi righi contenere una porzione non definita d’amore, poiché l’amore è il più ampio cammino da dove gli uomini non tornano mai interi, e restano in un posto accanto. Perché l’amore per sempre ci cambia.

___________

Giovanni Sepe è nato a Napoli nel 1976
Diplomato all’Itis è sposato e padre di quattro figli. Si occupa di impianti elettrici ma la sua passione per la poesia ha origini lontane; già all’età di 16/17 anni scrisse i primi versi, ispirandosi ai grandi autori. Ma il coinvolgimento importante arriva più tardi, nel 2016 e nel 2018 arriva la sua silloge, per ora unica, dal titolo “il peso della luce” – Edizioni Controluna

Nelle sue poesie ritroviamo ombre malinconiche e dolorose dell’ anima, ferite cauterizzate o in via di guarigione, sofferenza da dissolvere con le pioggie di aprile, come narrano i suoi versi che contengono in modo sintetico e nitido “una porzione non definita d’amore”, sentimenti stratificati di un vissuto da metabolizzare. Lo si legge ed è come specchiarsi nel proprio passato, recente o remoto

per chi avesse piacere il brano musicale che consiglio da abbinare alla lettura: “The Great Gig in The Sky” dei Pink Floyd

fabula

Dal devoniano le felci
hanno piedi umidi,
non sarebbe vita
il loro verde ombroso
dimenticato nell'arsura
di solleoni tragici
Resta fabula la parola
abbandonata al destino 
d'un metrico contesto,
mentre Morfeo precisa
che sono rari gli unicorni
anche nei sogni migliori.

Daniela Cerrato

Ethereal beauty by Inkiostro bianco

versi scalzi

La libertà dei versi scalzi accarezza
una nuvola, leggeri i passi sul cuore
per aggiungere una trasparenza.

Sarà l'occhio a vincere il buio
per incidere grafie nel silenzio,
pensieri masticati lentamente

nel mare di onde impenetrabili
che solo la luce dissolve, fluide,
fin dove pupilla riesce a bucare

aprendo spiraglio nella tenebra.
Conquistato il lembo di penombra
le affido versi disordinati e scalzi.

Daniela Cerrato

design by Inkiostro bianco

vicoli

Nei vicoli angusti
si specchia intimità,
panni stesi sfiorano
vento e confidenze,
le finestre sbirciano finchè
una tenda decide il privato
e si sveglia la luna.
I vicoli angusti vietano
l'accesso al sole che tenta
il passaggio di straforo,
dai muri scivolano segreti
di storie centenarie
forse i più vecchi si conservano
in profondità, in cunicoli bui
e cantine guancia a guancia.


Daniela Cerrato

strada facendo

Forma giustificata a sinistra
il senso libera espansione.
Il verbo spicca traiettorie
confuse, il vento le aggiusta
strada facendo [...]
Tra massi statici artigli di falco 
sgranchiscono un nuovo volo
l'appetito sarà preda facile
stanata per sopravvivenza.
La natura è madre matrigna
genera alleva e divora.

Daniela Cerrato


Photo by © Antoine Khol

minimal

Stucchevoli nelle crepe dei silenzi
parole a perdere, forse qualche reso
a riciclare il buono che resta,
troppo fumo per consensi facili
poca brace a scaldare il gelo.
La vita è trama a maglie larghe
dai fori sfugge molto e poco entra
se non di momentanea intrusione.
La verità appesa alle pareti dell'anima
che reggono il collage di gioie e pianti.

Daniela Cerrato

Photo by © Astrid Verhoef