Mi è arrivato un paio di giorni fa il nuovo libro di poesie di Sergio Carlacchiani dal titolo “Testamento” e l’ho letto praticamente senza pause; lo vedo come un punto di osservazione importante sull’autore che si racconta attraverso considerazioni sul senso della vita e della poesia, importante e imprescindibile strumento con cui esprime perplessità, dubbi e convinzioni. Poesia che affianca alla recitazione e alla pittura, altra sua notevole dote, in cui traduce le parole in segni graffianti, schematici, onirici, che rivelano la sua inquietudine e la sua sofferenza interiore. Restando sul libro, si può dire che è una lettura molto scorrevole anche se, per profondità di contenuti, in ogni pagina troviamo molti passaggi da annotare per ulteriore personale rilettura e approfondimento. È suddiviso in sezioni strettamente collegate fra loro; il profondo legame con Alda Merini cui dedica versi delicatissimi “…non sono stato altro che l’amicizia amorosa/ forse l’amabile clinica dove abbandonavi l’anima”…- e ancora- “…mi chiedevo cosa ci facessi tra le piume di un angelo”.
Poi la sezione ” Dispacci di guerra” con considerazioni aperte e condivisibili sugli orrori bellici,in particolare di quella in corso, in cui la morte rade al suolo vite, case, chiese, ospedali, e anche pilastri culturali nazionali, biblioteche e altri patrimoni svaniti per sempre, per cui si hanno versi accorati come questi:
“I ragazzi russi e ucraini chiamati al dovere
contrari in spirito alla guerra ormai nell’aldilà
nero cupo d’ignobile inferno sul segreto di stelle
simulacri di distruzione all’orizzonte arte e poesia
a terra come bandiere bruciate sulle strade deserte
stracolme d’odio sanguigno larve funebri di enigmi
cenere innocente giorno e notte tutto in fumo danza”
Lo sconforto, il dolore, la disapprovazione tocca altri temi nella ricca sezione seguente dedicata ad epigrammi e pensieri, in cui evidenzia lo sforzo continuo, spesso fallimentare dell’elasticità dell’anima per potersi adattare a un mondo sempre più irriconoscibile e alieno. ” Mi sento in disparte privilegiato/dal lato sbagliato della sbagliata parte” disagio in cui troviamo evocazioni pavesiane “Il difficile mestiere di vivere è il compimento di una lenta e profonda agonia dove talvolta erompe la gioia di esistere”
E ancora “Piangere di notte è poesia e preghiera/nessuno ti sente nessuno ti guarda/il silenzio di sentinella” … “Spesso ho dovuto scoprire con dispiacere/che la vita per l’anima è una città sconosciuta”
La morte è altro tema presente, sempre vista con rispetto: ” Vita ti voglio bene e ti sono vicino sai/ non riesco a crederti però quando tra noi/ si sovrappone la carne l’incerto destino” – ” La morte si sconta ogni istante perchè parlarne”
L’Amore tocca vertici sublimi prima di perdere quota ” L’amore un ripetuto sbadiglio ogni incantesimo spento/ come ogni luce ogni perpetuità le nostre rose appassite/ spinose restano anche dopo aver cambiato l’acqua”
L’ultima sezione è costituita da poesie corpose e intense denominate “Grattacieli di parole e resti di versi” di cui non faccio cenno per lasciare intatto il piacere della lettura ( compresa la splendida poesia dedicata al figlio in quarta di copertina)
Termino con questo stupendo epigramma in cui ogni persona che ama scrivere poesia può cogliere in pieno il senso :
“La poesia disgraziata è la mia sontuosa prigione
cerco d’incarnarla ne ho fatto un personaggio
nella mia mente che nemmeno per un istante lascio
perchè godo della sua presenza emotiva ed erotica”
Un libro in cui Sergio Carlacchiani ci svela la sua interiorità e in cui, anche se non c’era bisogno, ho avuto ulteriore conferma della spontaneità e sincerità con cui si rivolge al lettore. Spero di avervi incuriosito con queste mie impressioni, volutamente brevi, ma molto sentite e immediate.
il libro “Testamento” di Sergio Carlacchiani edito da RP Libri, 2022 è reperibile sulle più diffuse piattaforme on line. https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=testamento+sergio+carlacchiani

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