Dale Chihuly, è uno scultore americano e anche uno dei più noti al mondo per la lavorazione del vetro; era studente in Architettura d’interni quando scoprì la magia delle bolle di materiale incandescente da cui nascono, per la bravura liberata in un soffio, oggetti preziosissimi artisticamente strepitosi.
“Sono pochissimi i materiali che fanno filtrare la luce: plastica, acqua, ghiaccio e vetro”, spiega Chihuly che ancora adesso, pur essendo tra i nomi più conosciuti in questa arte, continua attraverso il vetro a esprimere la sua creatività. Una tecnica artistica che per secoli è stata saldamente associata agli artigiani veneziani, ma che ora ha trovato un importante polo di riferimento a Seattle. Proprio lì ha il suo laboratorio e per anni ha insegnato la lavorazione del vetro alla Pilchuck School of Glass. Non è un caso, però, che l’artista si sia formato proprio a Venezia, presso la Fabbrica Venini, nel 1968.
“Prendi della sabbia, ci aggiungi il fuoco e l’insieme diventa un liquido che si rapprende come miele» dice Chihuly, descrivendo la magia del soffio umano che trasforma il vetro in un numero infinito di forme: «La storia del vetro è una storia che va indietro di oltre duemila anni”.
Sul suo sito internet (http://www.chihuly.com) si possono ammirare molte sue opere, una carrellata di fragili bellezze dalle forme più curiose ispirate alla natura, ai vasi della belle epoque, al mare, alle composizioni ikebana. Qui ne pubblico alcune che incontrano il mio gusto personale, per le altre date un’occhiata al suo sito.