poesie di Mahmud Darwish

PENSA AGLI ALTRI

 Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.

°°

Potete legarmi mani e piedi
Togliermi il quaderno e le sigarette
Riempirmi la bocca di terra
La poesia e’ sangue del mio cuore vivo
sale del mio pane luce nei miei occhi.
Sara’ scritta con le unghie

lo sguardo  e il ferro
la cantero’ nella cella della mia prigione
al bagno
nella stalla
sotto la sferza
tra I ceppi
nello spasimo delle catene.
Ho dentro di me un milione d’usignoli
Per cantare la mia canzone di lotta.

**

Un altro giorno verrà

Un altro giorno verrà, un giorno femmineo,
alla metafora trasparente, compiuto,
diamantino, di visita nuziale, soleggiato,
fluido, allegro. Nessuno sentirà
alcun bisogno di suicidio o di migrazione.
Poiché ogni cosa, fuori del passato, è naturale e vera,
sinonimo dei suoi attributi originari.
Come se il tempo oziasse in vacanza… “Prolunga il bel
tempo
della tua grazia. Illùminati nel sole dei tuoi seni di seta,
e aspetta l’arrivo della buona novella. Poi,
potremo crescere. Abbiamo ancora tempo
per crescere dopo questo giorno…”
Un altro giorno verrà, un giorno femmineo,
dal cenno canterino e dal saluto e verbo azzurri.
Tutto è femmineo fuori del passato,
l’acqua scorre dalle mammelle della pietra.
Nessuna polvere, nessuna siccità, e nessuna sconfitta.
E le colombe dormono in un carro armato abbandonato
quando non trovano un piccolo nido
nel letto degli amanti.

**

Darwish, Mahmud. – Poeta e scrittore arabo palestinese (al-Birwa 1941 – Houston 2008), è considerato il poeta nazionale palestinese e uno tra i più importanti poeti in lingua araba del Novecento. Profugo dopo la spartizione della Palestina del 1948, ha continuato a partecipare alla vita politica e culturale del suo paese nonostante l’esilio. Nel luglio 2007 ha visitato Ramallah, in Cisgiordania, e Haifa, in Israele, per una lettura pubblica delle sue poesie; in questa occasione si è espresso in maniera critica nei riguardi dei violenti scontri che opponevano le fazioni armate dei due maggiori movimenti politici palestinesi, al-Fatah e Ḥamas (contro quest’ultimo aveva spesso manifestato la propria disapprovazione), definendoli un «tentativo di suicidio» per la causa palestinese. Negli ultimi anni diverse sue raccolte di poesie, dai versi densi di simboli e metafore, sono state pubblicate in Italia: Murale, 2005; Oltre l’ultimo cielo. La Palestina come metafora, 2007; Il letto della straniera, 2009; Come fiori di mandorlo o più lontano, 2010.

Autore: Daniela

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