La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )
Vendute montagne di agrumi e carciofi
spento il braciere di caldarroste
spremuti tutti i melograni.
Lillo è ripartito per la sua Sicilia
il banchetto riaprirà ad ottobre,
la sua simpatia ha ringraziato tutti
in ultimo con saluti scritti a mano.
Centoventi giorni di vivace presenza
lasciano mogio lo slargo Garibaldi
e i saldi mancano essenza di calore.
Se manca un simbolo di umanità
il resto è solo passabile a metà .
Daniela Cerrato
A chi mi insulta posso far sapere: ”che sta perdenn’ o tiempo e ‘a serenata”.
Su Internet è diffusa l’usanza dell’insulto. Senza arrivare alla calunnia e alla diffamazione, per le quali si procede con querela, è diventato normale trovare nei propri profili una sequenza di maledizioni anonime.Naturalmente c’è il termine inglese pronto all’uso con la sua definizione che non definisce: haters. Con il verbo to hate, odiare, si classifica una serie…
nell’invece frequente è sempre croce e mai testa, i vezzi personali sfumano a garantire la necessità di esserci dove due mani più non riescono ad arrivare. Riprese le sere a osservare la luna nitida a spicchio di cedro quadro minimalista en plein air privo di cornice. In appendice, meretrici d’astrologiche bufale, stelle poco romantiche e senza coda, millantano un folgorante passato, la notte in ciniglia blu addenta pace gustando la carezza fresca di un fondente zuccherino alla menta.
Alain Rivière-Lecœur vive e lavora attualmente a Parigi. Ha iniziato la sua carriera a New York nel 1990 lavorando con il ritrattista Hans Namuth per apprendere le tecniche e i trucchi della luce e con lo stilista Dono Sagramoso per comprendere le texture e le caratteristiche dei materiali. Ha fatto tesoro dei molteplici incontri con artisti di esperienze diverse, reporters, ceramisti, rappresentanti della dinamicità, del movimento, che gli hanno permesso di sperimentare e di esplorare la fotografia attraverso varie tematiche.
Il suo interesse si è concentrato sulle sostanze organiche, terra, argilla, pietra, tutto quelli che sono i componenti che legano, compongono e si combinano nell’universo. Così è arrivato alle fotosculture, fotografie in cui i corpi sono fissati nell’istante ottimale della loro bellezza plastica e dinamica, in momenti di intenso abbandono e forza emotiva; ripresi nella mobilità di una torsione, rivelati nell’apparizione attraverso l’argilla in una rappresentazione personale della Genesi, facendo della terra il legante che li accomuna e li vincola.
Attraverso l’obiettivo riesce a impastare, modellare scolpire corpi fusi fra loro, volti a palpebre serrate, placati dopo la lotta, dopo l’amore, nel dolore e dopo la tragedia, ispirandosi alla mitologia e al classicismo; attraverso una perfetta simbiosi con la materia, da cui sembrano essere inghiottiti o espulsi, rende i corpi indistinguibili in una sorta di mimetismo e fossilizzazione, creando un forte impatto visivo nell’eterno ciclo di vita e morte. Ha esposto a Parigi, New York, Milano, Arles, Shanghai ecc… il suo sito ufficiale è: http://www.alainrivierelecoeur.com/
l’urgenza perde luoghi e date salta consegne, va fuori tempo, antepone l’assurdo agli occhi, appunta significanze sul diario risvegliando abitudini remote. L’angolo paradisiaco attende in qualche penombra silente, già pare buona grazia il sonno ma la troppa stanchezza tribola a trovare morbido un cuscino.
Rosa e grigio fumo marcano nubi minute e sparse a distanziare sguardi ancora sordi alla danza delle ore. Su auto e visi un freddo secco il becco dei volatili ancora dorme, orme di ieri trascorsi ravvivano ansie scordano il latte traboccante al fuoco, roco il buongiorno a ricordare posologia. È gioco facile immedesimarsi a Oslo ove l’urlo di Munch l’animo assorda.
Bambini svezzati da urgenze e solitudini
presa la rincorsa da fredde periferie
espedienti appresi imitando la strada
impietosa al passaggio di occhi orfani.
Scaltri, mani e sguardi lunghi, frecce veloci
a seminare accalappiacani, nani cresciuti
senza conoscere le umane braccia del sole
carattere forgiato tra incudine e martello
ogni simile fratello, ogni spigolo un graffio
lisciato con saliva. Gli anni non fanno testo
quando si cresce in fretta è un forfait di vita,
si fumano le pause tra una salita e l'altra
fino all'ultima, fino a scandire le ore
di un orologio mai tenuto al polso.
l’onda oltrepassò la battima cancellò tracce credute impermeabili e quando poi s’aggiunse l’intemperia fece sorridere la puerile convinzione che la struttura del castello di sabbia potesse vincere le sfide della ragione.
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