EDUARDO KINGMAN RIOFRÍO (1913-1997)

Pittore ecuadoriano, originario di Loja, figlio del medico americano Edward Kingman, nacque il 3 Febbraio 1913 . Studiò alla Scuola di Belle Arti di Quito dove tra i suoi insegnanti ci fu il famoso artista Victor Miderose. Viaggiò molto per studio in Venezuela, Perù, Bolivia e Stati Uniti. Divenne professore nella scuola dove studiò belle arti e per vent’anni direttore del Museo d’Arte Coloniale di Quito e, sempre qui, nel 1940 fondò la Galleria Caspicara . Partecipò a moltissime esposizioni internazionali, tra le più note a Parigi, Washington, San Francisco, Messico, Caracas, Bogotá. Il tema dominante delle sue opere sotto forma di dipinti, litografie e xilografie era l’espressione autentica della realtà sociale dell’Ecuador e l’oppressione dei popoli indigeni. Conosciuto come “il pittore delle mani” veniva accostato da qualche critico all’espressionismo tedesco; nel suo stile dominavano tratti allungati, toni contorti e oscuri, attraverso i quali definì gesti di vita quotidiana, dichiarando la sofferenza e la resistenza, con mani e piedi enormi, sproporzionati rispetto ai corpi, in una sorta di tragicità della figura.

Ai suoi tempi Quito era una piccola città di strette vie, case con finestre recintate e una vita piuttosto segregata; nella piccola città andina le caffetterie e le cantine erano il solo rifugio di intellettuali e di boemi con l’acuto senso della rivolta tramite la satira. In questo ambiente, Kingman si adattò, alzando una barriera nei confronti della classe proprietaria terriera piena di pregiudizi morali, di pettegolezzi e di segregazione. Eduardo Kingman visse vicino a tutti gli strati sociali ma la sua forza è stata quella di capire che solo con uno sforzo intellettuale poteva farsi strada. Il pittore diventò probabilmente senza rendersene realmente conto, il risultato della rivoluzione liberale.

Eduardo Kingman, Los Guandos ,1939

Eduardo Kingman

Eduardo Kingman,mother and child-1957

Se si fanno i conti delle tensioni sociali quotidiane, della poderosa presenza di sua madre, dell’intenso mondo intellettuale e politico degli anni 30 e 40, Kingman si può considerare come lava ardente di un vulcano in eruzione. Soltanto negli anni 70 troverà la sua pace, imparando a vivere isolato, tra tango, milonga e paesaggi rurali, vivendo in simbiosi col proprio paesaggio, coi suoi ricordi, dipingendo febbrilmente, fischiando a duetto con il pappagallino del cortile. Alle sue spalle la moglie, Bertha Jijón, seguì con cura i suoi riti e le sue abitudini, attenta a tutto, come protezione inamovibile.

Eduardo Kingman, Frutera, 1967

Eduardo Kingman, Grief desconsuelo, 1981

Eduardo Kingman ,Unknown Title, 1973

Nell’ultima fase della sua produzione inserì qualche colore più brillante rispetto alla tradizionale cupa tavolozza e si rivolse ad altre forme e soggetti,senza mai abbandonare il suo impegno per l’estetica delle emozioni di una società che secondo il suo pensiero doveva essere esaminata all’interno del suo essere discriminatorio, razzista e violento.

Eduardo Kingman – Contienda

Resta uno dei più famosi e valenti artisti del movimento attivo delle arti visuali ecuadoriane del ventesimo secolo, caratterizzato da uno stile di forte espressività, distaccato da accademicismi, cresciuto nella generazione con ideali e postulati nuovi in tutti i fronti: in politica, in sociologia, in letteratura e nell’arte dove Kingman assunse un ruolo decisivo.

Morì a Quito nel 1998

Eduardo Kingman

Eduardo Kingman

Eduardo Kingman,head with mask, 1969

Autore: Daniela

https://ilmondodibabajaga.wordpress.com/ email: danycer@fastwebnet.it