È assolutamente importante ricordare.
Il giorno della strage di Via D’Amelio a Palermo, il 19 luglio 1992, è stato raccontato così da Manfredi, figlio di Paolo Borsellino, nel libro “Era d’estate”: “Ricordo che in Tv vi erano le immagini del Tour de France ma mio padre, sebbene fosse un grande appassionato di ciclismo, dopo il pranzo, nel corso del quale non si era risparmiato nel “tenere comizio” come suo solito, decise di appisolarsi in una camera della nostra villa. In realtà non dormì nemmeno un minuto, trovammo sul portacenere accanto al letto un cumulo di cicche di sigarette che lasciava poco spazio all’immaginazione. Dopo quello che fu tutto fuorché un riposo pomeridiano mio padre raccolse i suoi effetti, compreso il costume da bagno (restituitoci ancora bagnato dopo l’eccidio) e l’agenda rossa della quale tanto si sarebbe parlato negli anni successivi, e dopo avere salutato tutti si diresse verso la sua macchina parcheggiata sul piazzale…
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L’estate di ventisei anni fa.
Mia figlia aveva sette anni appena compiuti, quel luglio bagnato di sangue.
Eravamo appena tornate dal mare…
Sì, non si deve dimenticare, mai.
La storia s’intreccia sempre con la quotidianità.
E dovremmo, sempre, imparare qualcosa.
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non potrei dimenticare quella data, perchè è lo stesso giorno e mese in cui è nata mia mamma, che ora non c’è più, ma il suo compleanno lo festeggio comunque mentalmente
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ieri, 26 anni fa, ricordo
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