Gioielli Rubati 100: Elettra Verganti – Barbara Auzou – Amina Narimi – Chiara Marinoni – Paolo Fichera – Guido Mazzolini – Sandra Marcellini – Audre Lorde.

La rubrica è reperibile anche qui
https://almerighi.wordpress.com/
grazie a Flavio Almerighi.

Nella tua insonnia

Qualche volta
tra le anse
del mio corpo svestito
abbandonato
dormiente nel chiaro
al sole trafugato
dalle imposte indecise
– la trasparenza
distesa invernale
increspata
bianchissima –
seguirai
con gli occhi
e le dita
corsi d’azzurro
in esili vene
convergenti
Assomigliano all’anima
filamentosa e sottile
degli acini d’uva
quando spaccati
in controluce
se ne spiano i semi
alle crepe argillose
dei vasi non riusciti
riposti da canto
per lo scarto
o ai rivoli delle estati
assetate e brevi
che han raccolto
pioggia nei lampi
agli svagati pensieri miei
che sembrano fuggire
e invece tornano
curvando – come vivi –
nello spazio di un nulla
di Elettra Verganti, qui:
NELLA TUA INSONNIA
*
Meritare risate

Ed è alleanza segreta
piccolo fianco contro il cielo
cercando di meritare risate
in questo violento caldo di mezzogiorno
il tuo corpo è appuntato con altre farfalle
su una cucciolata di ginestre bruciate
di Barbara Auzou, qui:
https://lireditelle.wordpress.com/2020/07/06/a-meriter-le-rire/
*
Mia lucida madre fra i girasoli

Ti guardo piccola mentre cammini,
vicino alla casa delle formiche
bisognosa di un luogo tutto concreto
di un corpo abitato che sia visibile.
L’intera realtà è così delicata-
e tanto pesante l’immaginazione-
se la trattieni fra le tue mani;
non esiste un confine
quando succhi le dita
agli anelli ancestrali con dentro dei soli
col fiato benevolo
che viene dagli alberi
chinando il capo di sera in sera.
Mia lucida madre fra i girasoli
ti seguo leggera e innamorata
dei fragili azzurri dei nuovi capelli.
di Amina Narimi, qui:
https://aminanarimidotcom.wordpress.com/2020/07/04/mia-lucida-madre-fra-i-girasoli/
*
Un passo affettuoso

Mia sorella
è un passo affettuoso
che ti segue
nei ciottoli della vita
tra pesanti frane
o bucoliche transumanze.
Ti abbraccia nel silenzio
del faggio e ti raccoglie
in morbidi tappeti
per quietarne gli affanni.
Il suo canto viaggia
tra maree e calme golette
si propaga come olio profumato
nel mio giardino
quella terra dove le radici
hanno nel profondo
trovato casa, la nostra casa
“la famiglia” corpi celesti
che vivono di luce propria
ma insieme formano
il firmamento.
di Chiara Marinoni, qui:
https://chiaramarinoni.wordpress.com/2020/07/05/un-passo-affettuoso/
*
ascolta e resta carne
nel legno
che la parola fissa e annida
e chiara rende la luce
ora che la luce
ha scavato la penombra
ora che l’ha resa
sperma
ora che la notte ha sete
e l’umanità è il battito ampio
di un vagito che si perde
di Paolo Fichera, tratta dalla raccolta Nel respiro, Ed L’arcolaio, qui:
https://rivistapaginazero.wordpress.com/page/2/
*
Di me non resta che un’ombra sul muro
un vagheggiare svelto di parole
i miei ottonari scaltri, il sale
e qualche rima cionca, e mani e occhi,
la pala e il piccone, il crivello, la batea
e tutto ciò che serve al mio servire
di cercatore cieco, di mendicante giovane sicario
che inventa metri e cerchi di parole
come un folle che sogna l’istante già vissuto.
Di me non resta che l’ombra di un’anima.
di Guido Mazzolini, qui:
https://vocisparse.wordpress.com/2020/07/06/di-me-2/
*
Come Settembre

Sbavano nebbia i giorni,
nelle albe sbiadite tra i filari.
In sintonia con i capricci del vento
l’oggi si accartoccia frettoloso su se stesso
voraci nubi inghiottono spicchi di cielo.
La luce fioca del crepuscolo
prende per mano l’ombra della notte.
Levigate zolle specchiano la luna e,
canute
rimandano un’ alchimia di odori e di presagi.
Danzano atomi di ripensamenti!
Una grazia antica quasi austera,
nel frinire della chioma del noce,
è una musica nel grembo della sera,
il palpito scandito di una quiete viva,
tesse la tela del mistero.
di Sandra Marcellini, qui:
Versi
*
Stazioni

Alcune donne amano aspettare la vita
un anello nella luce di giugno
una carezza che le curi di un’altra donna la voce
che le completi che sleghi le loro mani
metta parole nella loro bocca dia forma
ai loro passaggi suono alle loro grida
che una qualche altra dormiente ricordi
il loro futuro il loro passato.
Alcune donne aspettano il treno giusto per loro
nella stazione sbagliata nei vicoli del mattino
le grida del mezzogiorno il calare della notte.
Alcune donne aspettano che l’amore sorga
il bambino promesso di raccogliere dalla terra
ciò che non seminano di reclamare il dolore per il travaglio
di diventare la punta di una freccia
di mirare al cuore di un adesso ma non si ferma mai.
Alcune donne aspettano visioni che non ritornano
dove non erano benvenute nude il ripetersi di inviti
in posti che avrebbero sempre desiderato visitare.
Alcune donne aspettano loro stesse dietro il prossimo angolo
e chiamano lo spazio vuoto pace ma il contrario di vivere
è solo non vivere e alle stelle non importa.
Alcune donne aspettano che qualcosa cambi
e nulla cambia davvero così cambiano loro stesse.

di Audre Lorde, Traduzione di Maria Micaela Coppola, Margherita Giacobino e Migi Sean Pecoraro. qui:

Fai clic per accedere a FORMAFLUENS-MAGAZINE_-n.2-_2020.pdf

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Autore: Daniela

https://ilmondodibabajaga.wordpress.com/ email: danycer@fastwebnet.it

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