ascoltando Debussy

si aprono a vista
orizzonti fiabeschi
brughiere all'aurora,
sussurranti vita.
Il Pittore di suoni
affidò ali alle note
fece danzare Fauni
e salici rosmarini
corteggiando Natura,
la più graziosa delle amanti.
Di diamanti cosparse la luna
imperlò i segreti del mare.
Ascoltando Debussy
ci si lascia andare
a onirici rapimenti.

Daniela Cerrato

Locandina di Léon Bakst per la rappresentazione del balletto di Vaslav Nijinskij del 1912 con i Balletti russi

Bruges, la perla belga

Mi hanno sempre parlato bene delle Fiandre e in particolare, e a ragione, di Bruges, ridente cittadina belga caratterizzata da romantici canali navigabili e un centro storico da fiaba medievale. Ci sono stata da bambina, dunque i ricordi si sono smorzati; avevo programmato una vacanza che poi è saltata, ma continua a restare nella mia lista di città da visitare.
Sembra che le sue origini risalgano al periodo gallo-romano; le fortificazioni vennero realizzate dopo la conquista da parte di Giulio Cesare nel I secolo a.C., successivamente fu conquistata dai Franchi e dai Vichinghi. L’architettuta medievale del centro storico per fortuna è rimasta intatta, salvandosi varie volte da assedi, incendi e guerre.  Nella Piazza del Mercato, spiccano gli 83 metri di altezza della torre campanaria del Beffroi, risalente al 1200. Ospita al suo interno un grande carillon con 47 campane. Prima del XVI secolo le campane erano azionate manualmente e il loro suono regolava lo svolgimento della vita cittadina, come l’apertura e chiusura delle porte civiche, l’inizio e la fine del lavoro, il permesso di girar per strada senza torce e le varie festività.

torre campanaria nella Piazza del Mercato

Dal 1523 un tamburo, azionato da un orologio, automatizzò certe campane, come quelle delle ore. Grazie alla creazione di questo carillon fu anche possibile di suonare certe partizioni musicali sia religiose che profane. Infatti a partire dal 1604 le autorità cittadine assunsero un suonatore di carillon per le melodie domenicali, dei giorni festivi e di mercato. Nel 1675 il carrello era composto da 35 campane, costruito dall’anversese Melchior de Haze. Dopo l’incendio del 1741 il carillon venne dotato delle attuali 47 campane.

il tamburo del carillon

La piazza più importante però è piazza Burg in cui si trova il Municipio, che per architettura ricorda un santuario, realizzato sul sito di un castello dei conti delle Fiandre, costruito in stile gotico e terminato nel 1421. La sua Sala Gotica è un vero capolavoro con un imponente soffitto a volta in legno di quercia e affreschi murali neo gotici che illustrano gli eventi storici di Bruges

Municipio

La Sala Gotica del Municipio

La Basilica del Santo Sangue, risalente al XII secolo, fu in principio una cappella per i conti della Fiandra e conserva quello che si dice sia una reliquia con il sangue di Cristo conservata da Giuseppe d’Arimatea dopo la deposizione nel Santo Sepolcro che gli apparteneva. Originariamente era in stile gotico e successivamente è stata ristrutturata in stile rinascimentale.

Basilica del Sacro Sangue

Un’altra magnifica chiesa è quella di Nostra Signora, cotruzione maestosa in stile gotico, con una torre in mattoni di 122 metri; al suo interno si trovano preziosi dipinti, i sepolcri di Maria di Borgogna e Carlo il Temerario e la famosa Madonna col Bambino di Michelangelo, gruppo scultoreo in marmo di Carrara che risale al 1504.

La Madonna col bambino di Michelangelo e sotto un dettaglio

Nei primi anni del ‘500 i Mouscron , famiglia fiamminga e mercanti di tessuti, erano clienti della banca di Jacopo Galli, amico e protettore di Michelangelo; verosimilmente il Galli fu l’intermediario per la commessa dell’opera dell Madonna, richiesta per la cappella di famiglia Mouscron a Bruges.Il lavoro venne pagato la profumata somma di 4000 fiorini, come testimoniano i documenti dei pagamenti avvenuti tra il 1503 e il 1505, riscoperti recentemente, che hanno permesso di accertare la datazione della statua. Arrivata in Fiandra entro il 1508, partendo molto probabilmente da Viareggio, venne inizialmente collocata nella cappella Mouscron nella cattedrale, dove la vide Dürer nel 1521.
Durante l’occupazione napoleonica la statua fu portata a Parigi, per essere restituita poi nel 1815. Venne rimossa una seconda volta nel 1944 durante la ritirata delle forze naziste, che trafugarono la scultura e la portarono in Germania avvolta tra materassi in un convoglio della Croce rossa. Fu rinvenuta due anni dopo in una miniera ad Altaussee in Austria dalla spedizione del programma Monuments, Fine Arts, and Archives e nuovamente restituita, come narrato nel film Monuments Men. Il suo ultimo viaggio fu nel 1952, quando venne esposta temporaneamente a Firenze, nel salone delle Armi al Bargello, per uno scambio con il Trittico Portinari di Hugo van der Goes.

La chiesa di Nostra Signora , Bruges

Poi c’è la cattedrale di San Salvatore, costruita tra il XIII e il XVI secolo ed è la più antica chiesa realizzata in mattoni di tutto il Belgio. Divenne la cattedrale della diocesi di Bruges, dedicata a Cristo Salvatore e a san Donaziano di Reims, solo nel XIX secolo, in seguito all’abbattimento dell’antica cattedrale cittadina che sorgeva di fronte al municipio. Nel 1921 è stata elevata a basilica minore.

La Cattedrale

Bruges: la cattedrale all’interno

Il coro della Cattedrale e sotto il Trittico di sant’Ippolito, Dirk Bouts, 1464

in stile barocco merita interesse anche la chiesa di Nostra Signora della Ceramica,originaria del XII secolo. Il suo interno è riccamente decorato con dipinti, splendidi affreschi, arazzi e arredamento dell’epoca. Nella cripta è sepolto il Beato Idesbaldo delle Dune.

l’interno di Nostra Signora della Ceramica

una statua di N.S. della Ceramica

poesie di Tommaso Giartrosio

L’esistere del mondo stamattina
è bellicoso e imbarazzante.Vedo
un fuoco di gerani sul balcone.
E quei ragazzi, giù in strada. E le case
che stanno enormi contro il cielo torrido.
Ma tutta la mia vecchia città, credo,
ride orgogliosa come una bambina.

Io no.Io sono disarmato, e siedo,
e scrivo, e guardo come stranamente
questa lama m’insanguini la mano.
Altra ferocia, penso; inoffensivo
è solo il boia. Tutto il resto uccide.

**
Mi diranno che i libri che leggevo
non li ho capiti;che consideravo vera
ogni parola, e perciò non imparai; che avevo
sete e non ho voluto bere;

che per tutta la vita ho piegato i ginocchi
come il bambino quando si accovaccia;
che avevo solo da stendere le braccia,
che ho solo chiuso gli occhi.

E per tutta risposta potrò dire
che un sole rivoltato mi bruciava dentro,
che provai la vertigine del centro
laggiù, dove la luce pare impallidire,

che se un raggio ancora mi accende
viene da quelle biblioteche oscure
dove leggevo libri scritti in grande
e pieni di figure.

**
Tutti i segreti morti con te
non sono mai vissuti. Sapevi
tenerli. Non li sapevi. Nessuno mai
ha sospettato che tu potessi tradirli:
neanche tu.

Solo questi segreti
si tramandano
tra le righe
di un testamento
impugnato.

Fidati di me.

Non ti tradirò mai abbastanza.

**

poesie tratte da Come sarei felice (storia con padre) di Tommaso Giartrosio, Einaudi,2019

Tommaso Giartosio (1963) ha pubblicato saggi, racconti, poesie, tra cui Doppio ritratto (Fazi 1998, Premio Bagutta Opera Prima), Perché non possiamo non dirci (Feltrinelli 2004), La città e l’isola (con Gianfranco Goretti, Donzelli 2006), L’O di Roma (Laterza 2012, finalista al Premio L’Albatros per la letteratura di viaggio), Non aver mai finito di dire (Quodlibet 2017). È redattore di «Nuovi Argomenti» e conduttore del programma di Rai RadioTre Fahrenheit. Per Einaudi ha pubblicato la raccolta di poesie Come sarei felice (2019, Premio Napoli) e Tutto quello che non abbiamo visto. Un viaggio in Eritrea (2023).

eterei

I fantasmi svaniscono
prima di colazione,
zaini di vento, pallore di latte.
Si confondono nella nebbia,
non avvertono l'umidità
che trafigge lo scheletro.
Incorporei se ne vanno
col ghigno della burla,
lo sfizio di una vita
...esserci...
e non lasciare impronta.

Daniela Cerrato

Fotografia ©Enzo Isaia