Pittore ecuadoriano, originario di Loja, figlio del medico americano Edward Kingman, nacque il 3 Febbraio 1913 . Studiò alla Scuola di Belle Arti di Quito dove tra i suoi insegnanti ci fu il famoso artista Victor Miderose. Viaggiò molto per studio in Venezuela, Perù, Bolivia e Stati Uniti. Divenne professore nella scuola dove studiò belle arti e per vent’anni direttore del Museo d’Arte Coloniale di Quito e, sempre qui, nel 1940 fondò la Galleria Caspicara . Partecipò a moltissime esposizioni internazionali, tra le più note a Parigi, Washington, San Francisco, Messico, Caracas, Bogotá. Il tema dominante delle sue opere sotto forma di dipinti, litografie e xilografie era l’espressione autentica della realtà sociale dell’Ecuador e l’oppressione dei popoli indigeni. Conosciuto come “il pittore delle mani” veniva accostato da qualche critico all’espressionismo tedesco; nel suo stile dominavano tratti allungati, toni contorti e oscuri, attraverso i quali definì gesti di vita quotidiana, dichiarando la sofferenza e la resistenza, con mani e piedi enormi, sproporzionati rispetto ai corpi, in una sorta di tragicità della figura.
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Ai suoi tempi Quito era una piccola città di strette vie, case con finestre recintate e una vita piuttosto segregata; nella piccola città andina le caffetterie e le cantine erano il solo rifugio di intellettuali e di boemi con l’acuto senso della rivolta tramite la satira. In questo ambiente, Kingman si adattò, alzando una barriera nei confronti della classe proprietaria terriera piena di pregiudizi morali, di pettegolezzi e di segregazione. Eduardo Kingman visse vicino a tutti gli strati sociali ma la sua forza è stata quella di capire che solo con uno sforzo intellettuale poteva farsi strada. Il pittore diventò probabilmente senza rendersene realmente conto, il risultato della rivoluzione liberale.
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Eduardo Kingman, Los Guandos ,1939
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Eduardo Kingman
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Eduardo Kingman,mother and child-1957
Se si fanno i conti delle tensioni sociali quotidiane, della poderosa presenza di sua madre, dell’intenso mondo intellettuale e politico degli anni 30 e 40, Kingman si può considerare come lava ardente di un vulcano in eruzione. Soltanto negli anni 70 troverà la sua pace, imparando a vivere isolato, tra tango, milonga e paesaggi rurali, vivendo in simbiosi col proprio paesaggio, coi suoi ricordi, dipingendo febbrilmente, fischiando a duetto con il pappagallino del cortile. Alle sue spalle la moglie, Bertha Jijón, seguì con cura i suoi riti e le sue abitudini, attenta a tutto, come protezione inamovibile.
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Eduardo Kingman, Frutera, 1967
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Eduardo Kingman, Grief desconsuelo, 1981
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Eduardo Kingman ,Unknown Title, 1973
Nell’ultima fase della sua produzione inserì qualche colore più brillante rispetto alla tradizionale cupa tavolozza e si rivolse ad altre forme e soggetti,senza mai abbandonare il suo impegno per l’estetica delle emozioni di una società che secondo il suo pensiero doveva essere esaminata all’interno del suo essere discriminatorio, razzista e violento.
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Eduardo Kingman – Contienda
Resta uno dei più famosi e valenti artisti del movimento attivo delle arti visuali ecuadoriane del ventesimo secolo, caratterizzato da uno stile di forte espressività, distaccato da accademicismi, cresciuto nella generazione con ideali e postulati nuovi in tutti i fronti: in politica, in sociologia, in letteratura e nell’arte dove Kingman assunse un ruolo decisivo.
Morì a Quito nel 1998
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Eduardo Kingman
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Eduardo Kingman
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Eduardo Kingman,head with mask, 1969
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