«La peculiarità della mia posizione sta nell’essermi trovato a percorrere il crinale che separa due mondi: quello che divide il mondo di chi guarda da quello di chi è guardato», afferma Zizola. «Se davvero l’obiettivo della mia macchina è stato gli occhi di coloro che hanno poi visto le mie foto e che hanno così potuto conoscere e formarsi un’opinione su situazioni altrimenti loro precluse dai limiti del loro orizzonte esperienziale e percettivo, la mia responsabilità consiste anche nell’esercitare un costante ripensamento critico della mia posizione di testimone, filtro non-obiettivo (ironia della lingua) alla continua ricerca di un possibile equilibro sul crinale tra quei due mondi. Da dove guardo? Da dove scatto le mie fotografie? Credo che per me sia tempo di aprire la riflessione sul campo dello sguardo, per restituire complessità alle immagini e lasciarle evocare una vicenda che ha viaggiato parallela rispetto a quella di sofferenza, dolore, disperazione, riscatto o rivincita che conosciamo già. Una vicenda in cui chi guarda è ora a sua volta ri-guardato dalle immagini, e chiamato in causa. La storia che ho la speranza di raccontare con queste fotografie è anche quella di chi fino ad ora ha guardato ed è stato a guardare. La storia che ci ri-guarda». (Francesco Zizola)
Francesco Zizola, (Roma 1962) fotografo documentarista italiano, ha raccontato coi suoi scatti vari conflitti mondiali, dedicandosi alle questioni umanitarie sempre con un’attenzione particolare all’estetica del messaggio. Vincitore di numerosi premi, nel 2003 una sua foto è stata selezionata da Henri Cartier Bresson tra i suoi cento scatti preferiti, selezione che divenne prima mostra e poi libro. Lo stesso Zizola ha pubblicato diversi libri:
Uno Sguardo Inadeguato, FIAF Collana Grandi Autori, Italia 2013
Iraq, Gruppo Abele Italia 2007
Né Quelque Part, Delpire Editeurs Francia / Born Somewhere, Fusi orari Italia 2004
Etats d’enfances, Photo Poche Francia / Contrasto Italia 1999
Sei Storie di bambini, Contrasto Italia 1997
Ruas, Gruppo Abele Edizioni Italia 1994
Le sue immagini sono un veicolo di denuncia verso quelle attività illecite e/o comunque dannose per l’uomo e l’ambiente. Su quest’ultimo ha sensibilizzato l’opinione pubblica con la sua mostra Sale Sudore Sangue, del 2017, con fotografie scattate da Zizola tra Portoscuso e Porto Paglia, che raccontano l’antico metodo di pesca del tonno rosso sviluppato nelle tonnare e la cui origine risale alle incursioni arabe. Qui di seguito un breve video con un suo interessante intervento
Magnifiche
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si, di grande forza
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molto dirette le foto…una denuncia davvero..le cose che non conosciamo ma che ci ri-guardano…buona domenica Daniela
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Grazie Nadia, altrettanto a te
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Questi scatti valgono più di mille parole… colpiscono dritto nella coscienza
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esattamente, sono uno scossone immediato
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anche opere d’arte come queste possono essere veicolo per smuovere almeno un po’ le coscienze, bravo Zizola
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certo che si
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