Gioielli Rubati 142: Daniele Corbo – Carla Viganò – Giorgio Galli – Massimo Botturi – Franco Bonvini – Massimiliano Moresco – Mario Pizzolon – Italo Bonassi

Questo numero della rubrica ideata da Flavio Almerighi e a cui collaboro è visibile anche qui: https://almerighi.wordpress.com/

Auguro a tutti una buona domenica e buone letture.

Indecisi

Indecisi come il tempo di aprile
convinti che il tramonto sia solo nostro
ignoriamo i sospiri altrui
rimandiamo il tempo delle scelte
appagati da un sorso di vita,
arresi all’abitudine di fingere
moriamo lentamente senza accorgercene
nella paura di non farcela siamo già sconfitti,
la pazienza di aspettare il bello non ci appartiene
ma in fondo l’eterno è dentro di noi
ed arriverà con un bocciolo di rosa,
in fondo maggio presto busserà.

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di Daniele Corbo, qui:

https://ormesvelate.com/2021/04/17/indecisi/

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è che non accade più niente di straordinario in questi giorni

anche i buongiorno e buonasera

sostituiti dal ciao sono sempre più rari

Sembra che tutti abbandonata la città

con questo bel cielo piastrellato di bianco come le cucine di una volta

hanno lasciato a pochi il silenzio e che

i rimasti si siano buttati sul computer

a scrivere qualche brutta poesia .

Anche alle corse dei cavalli niente di speciale

gare di routine e nemmeno il conforto di grosse quote

anche se per vivacizzare

avrei giocato “Pensieri e parole”

con il rischio di perdere ma con la gioia

di scommettere sui nomi

Una signora grassa sventola il biglietto vincente

si regge a malapena sui tacchi alti

lei sì che sa vivere ,va sul sicuro.

Sui sassolini dei viali dell’ippodromo è facile

inciampare ma sui prati no

una donna ha un cappello curioso

fuori tema superstite

della monotonia di questi giorni

un cane randagio l’hanno cacciato

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di Carla Viganò, qui:

https://www.facebook.com/carla.vigano.391

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Netturbino, blues

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il gattino schiacciato a bordo strada
animale notturno come me
le bottiglie degli ubriachi che festeggiano
degli ubriachi che bevono
perché non c’è più nulla da festeggiare
l’alba impastata di sonno
il sonno dei porci del mondo

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la bava delle emozioni seccate nel buio
l’anima fuori dal baricentro
l’odor di piscio dei morti festosi
che modellano con l’aria la parola “vita”
l’alba impastata di tubo di scarico
e a bordo strada accanto al gattino
dormono i porci del mondo

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di Giorgio Galli, qui:

https://rebstein.wordpress.com/2021/03/25/canzonacce/

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Fino alla fine del mondo

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La libertà era una cosa mica chiara

se in mezzo ai campi poca istruzione e niente scarpe.

Il tuono del fucile cessava coi vitelli

quando del fieno seccato gli si dava.

Di certo mille morti sono bastati allora

ma non i fazzoletti per piangerli: i villani

hanno le lacrime povere in sale. Puoi anche berle

così che non si sprechi più l’acqua del padrone.

La libertà è una monella sempre sveglia

si arrampica sugli alberi, si getta dentro un fiume

devi seguirla con tutte le molliche

salvarla quando rovi di spine ha sul cammino

ed insegnarle il fuoco che mente, mille volte.

Mio padre ha sventolato bandiere solo un’ora

all’ombra del richiamo gridato dalla terra;

il proletario mica c’ha patria, solo braccia

e il prato non conosce confini, l’erba è verde

da qui fino alla fine del mondo, tutta uguale.

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di Massimo Botturi, qui:

https://massimobotturi.wordpress.com/2021/04/25/fino-alla-fine-del-mondo/

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Tempo mio

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Questo è il mio tempo:

sono così tanti i miraggi, e le visioni che il cuore finge

così tanti da ingannare gli occhi.

Donne stese sul profilo dei monti

capezzoli d’albero eretti al cielo e inguine d’acero rosso

sembrano vere

invitano a tornare sulle rive del lago a cercarle

per rivederne le bellezze.

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di Franco Bonvini, qui

https://bonvinifranco.wordpress.com/2021/04/20/tempo-mio/

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Amo scorrere

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Amo la Pasqua,  la santa risurrezione,

amo scorrere, l’acqua, la santa inquisizione delle nuvole,  la creazione tutta, il glicine, la foglia di rovere caducifoglia che incornicia il bosco,  amo la potenza

del sottobosco,  il brulicare,  l’operatività delle api e delle formiche, la saggezza delle lumache che schiudono le antenne, amo il falco che svalica la gravità, la forza amorevole delle mani dei nonni che accarezzano i nipoti, il risveglio,  il controcanto del gallo, amo galleggiare in un cumulonembo che mi allontana sempre più dalla distruzione globale, sebbene ci provino coloro che ci vogliono agghindare una prigione senza sbarre, distraendoci dal reale.

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di Massimiliano Moresco,qui:

https://www.facebook.com/MorescoMassimiliano

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Sei saturo di vita quando canti

e quando sull’uscio di casa cadi

deriso, senza riuscire ad aprire

la porta aperta sulla strada.

Sei saturo di vita quando leggi

il giornale, quando ti torna in mente

il tempo in cui sei stato violentato

e sei offeso da un lume nero.

Sei saturo di vita quando abbracci il mondo

e ti afferra il mondo con tutte due le mani.

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Di Mario Pizzolon,qui:

https://www.facebook.com/mario.pizzolon.35

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Io giungo a te con le mani vuote

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Io giungo a te con le mani vuote
e coi piedi che camminano nel fango
come un mendicante stanco
di avere sempre fame. Scende intanto
il sole oltre l’orizzonte,
la sera è ormai prossima.
Il mio passato sta nei sogni,
il mio presente sta nella veglia,
tutto ha per tutti inizio e fine,
solo per me non c’è che inizio.
Io sono il filo d’erba che non smette
mai di crescere nel buio e nella luce,
la luce di lassù. Io un giorno
non sarò più che un pallido ricordo
non di tutti, ma di Dio. Un suo ricordo.

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Di Italo Bonassi, qui:

https://italobonassi.wordpress.com/2021/04/02/i-fuoriusciti-del-passato/

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