La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )
So, have you ever been out to L.A. lately No, no, not recently
Well, I went there ′n’ had a rent-a-car ′n’ all
Oh really
I got invited to Pia′s house, Pia Zadora’s house
Really
Yeah
Was that nice
Well, I didn′t go
Oh
It woulda been swell though
Shoulda gone
It woulda been elegant
Elegant
Oh wait, look who’s coming in now
Can you believe it
I heard they dismantled Pickfair
It wasn’t elegant enough
Yeah, probably full of termites
It′s great, it′s grand
Wah wah wah wah wah wah wah wah
Wonderland
La la la la la la la la la la la la lahhh
We sing, so rare
Like old Camembert
Have you heard the dying star
She got bit in the Astor bar
Sauced again
Well did you evah
What a swell party this is
Have you heard, it’s in the stars
Next July we collide with Mars
Well did you evah
What a swell party
What a swell party
What a swellegant, elegant, smarty
A smarty party
A smarty party
I am a smarty
You are a smarty for coming to this party
That′s right
Now piss off
That’s clever
una canzone scritta da Cole Porter per il suo musical del 1939 “DuBarry Was a Lady” , interpretato da Betty Grable e Charles Walters . È un duetto in cui la coppia si scambia cattive notizie; Deborah Harry e Iggy Pop hanno registrato la canzone nel 1990 per Red Hot + Blue, un album compilation pubblicato a scopo benefico contro l’ AIDS
Ho visto rose arcuare gli steli per baciare il sole, pose scomode, radiose nel loro ottimismo materializzato in colore pieno. Ballerine allineate, gamba lunga ora hanno testa e schiena in ombra, la luce è taglio netto, il muretto in paramano asciuga umidità dai pori. Il sole ha altri amori da baciare, un harem a ciel sereno e se fa vento le giovani chiome scompigliate avranno di che scaldarsi col suo estro poetico in fermento.
Per sentire la vita, abbiamo bisogno di molte cose: la nostra casa-prigione e il nostro piccolo paradiso, bambini, i nostri piccoli angeli e dei, spazi, per misurare la forza delle ali, libertà, sentirsi umani, l’anima, per non trasformarsi in cose, abbiamo bisogno di lavoro, soldi, aria, cielo … Per illuminare tutto questo, abbiamo bisogno di amore. L’amore è il sole.
LA PATRIA STA PER ESSERE MACELLATA
Hanno appeso la patria a un gancio e la stanno facendo a pezzi, per prendere la sua fragile carne e quel poco di grasso che gli è rimasto. La nostra patria viene sprecata, ogni giorno e ogni ora. Quelli per cui voti, si stanno trasformando in macellai, nei mattatoi della tua patria e noi viviamo, viviamo senza parole, senza voce, come i morti.
…
mia sfortunata gente, ogni tuo voto, torna in patria con un coltello per macellarla …
IL MENDICANTE COL SUO CANE
Hanno tutto in comune: terreno in affitto sul marciapiede, il sigillo della tristezza sul viso, cibi che ricevono gratuitamente dalla spazzatura, calma stanca del pensiero, vestiti per dormire lavati con scorie, ogni elemosina che lanciano contro di loro, seguono la traiettoria con la coda dell’occhio sguardi di passanti che a volte li feriscono con negligenza, a volte con misericordia. Anche il mare della miseria, dove naviga la loro barca, è senza confini marittimi. Non hanno nuvole di futuro, non ti viene in mente di separarli. Con tutta questa ricchezza non sentono affatto la figura di un padrone, stanno calmi come due amici fedeli, sul marciapiede.
SEMPRE TU
Mi ci è voluta una vita per arrivare, perché lo sapevo comunque, che tu vieni sempre da me, sei sempre venuta tu.
Non so cosa ti abbia fatto tardare così tanto, Ti ho cercato in ogni stella, ma una cosa la so molto bene, spesso le stelle arrivano tardi.
E a volte si perdono in spazi incommensurabili e svaniscono, si spengono come candele, nell’oscurità bruciata dalla notte.
E non vediamo l’ora riguardo le nostre vite, con le nostre pressanti ansie, come una torcia ardente il tempo brucia nelle nostre mani.
Sì, sei venuta gentile, con un sorriso arcobaleno, con un passo leggero come il soffio della brezza, con l’aspetto di una colazione.
E mi hai portato bellezza, quello che mi mancava me l’ hai portato, come maggio porta la fioritura e l’appoggia dolcemente sopra l’albero.
Il cancello d’attesa era aperto, da tutta la vita ti aspetto, spegni il mio fuoco con il fuoco dunque dico che sei un miracolo.
Sebbene in ritardo ancora non rovini l’opera, perché tutto il tempo mi prende. Anche la primavera arriva spesso in ritardo, ma arriva ancora come primavera.
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Iliaz Arif Bobaj è nato nel villaggio di Lazarat ad Argirocastro, in Albania, il 27 luglio 1950 da una famiglia con ideali patriottici e interessi culturali. Ha completato i suoi studi superiori presso l’Istituto Pedagogico Superiore di Scutari come con orientamento in matematica e fisica. Ha lavorato come insegnante a Delvina, come dirigente scolastico, poi è stato segretario del Consiglio distrettuale di Delvina, incarico che ha svolto con dignità. Nel 1997 è stato sostituito per motivi politici e ha perso il lavoro. Disoccupato è stato costretto ad emigrare in Grecia con la sua famiglia e oggi vive e lavora a Patrasso, in Grecia. Non ha mai abbandonato la letteratura, essendo un ambasciatore della lingua albanese oltre i confini della patria a cui è tanto devoto; ha un’intensa attività letteraria, è un noto scrittore, autore di molti libri, le sue poesie sono incluse anche in varie antologie letterarie. Vincitore di numerosi premi letterari, membro della Lega degli scrittori e degli artisti albanesi . I suoi volumi poetici hanno ricevuto vari premi, tra cui vale la pena citare il libro “Attendo con ansia che la vita venga da me” che mostra con forza il suo talento poetico intrecciato a sentimenti di patriottismo . Tra gli altri, i libri “Esopo”, “La mela della discordia”, “501 proverbi”, “La mano e il potere”, “La volpe e il giudice” ecc. tutti ben accolti da lettori e critici.
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