C.Pavese-“Vorrei poter soffocare” Lettura di Luigi Maria Corsanico

Vorrei poter soffocare
nella stretta delle tue braccia
nell’amore ardente del tuo corpo
sul tuo volto, sulle tue membra struggenti
nel deliquio dei tuoi occhi profondi
perduti nel mio amore,
quest’acredine arida
che mi tormenta.
Ardere confuso in te disperatamente
quest’insaziabilità della mia anima
già stanca di tutte le cose
prima ancor di conoscerle
ed ora tanto esasperata
dal mutismo del mondo
implacabile a tutti i miei sogni
e dalla sua atrocità tranquilla
che mi grava terribile
e noncurante
e nemmeno più mi concede
la pacatezza del tedio
ma mi strazia tormentosamente
e mi pungola atroce,
senza lasciarmi urlare,
sconvolgendomi il sangue
soffocandomi atroce
in un silenzio che è uno spasimo
in un silenzio fremente.
Nell’ebbrezza disperata
dell’amore di tutto il tuo corpo
e della tua anima perduta
vorrei sconvolgere e bruciarmi l’anima
sperdere quest’orrore
che mi strappa gli urli
e me li soffoca in gola
bruciarlo annichilirlo in un attimo
e stringermi a te
senza ritegno più
ciecamente, febbrile,
schiantandoti, d’amore.
Poi morire, morire,
con te.

Il giorno tetro
in cui dovrò solitario
morire (e verrà, senza scampo)
quel giorno piangerò
pensando che potevo
morire così nell’ebbrezza
di una passione ardente.
Ma per pietà d’amore
non l’ho voluto mai.
Per pietà del tuo povero amore
ho scelto, anima mia,
la via del più lungo dolore.

(12 dicembre 1927)

Sole alto

Sole alto…
nel giardino
si confondono
profumi e suoni
la calura attenuata
dal vento che timido
l’accarezza
è respiro d’estate
azzurri e verdi
tra infinite sfumature
marcate da generosa luce
guidano gli occhi.
Sogno ad occhi aperti
dinanzi questo mare
ormai lontani i deserti
e le asperità del cuore.

Daniela Cerrato,2017

Claude Monet,”Antibes seen from the Salis Gardens”

antibes-seen-from-the-salis-gardens-01-by-claude-monet

Auguri Paolo!

Guarda cade una matita
si rovescia anche il caffè
lo sento che arriva lui
nei paraggi, intorno, qui c’è Gong-oh,
è arrivato Gong-oh

Gong-oh, spirito lontano,
vieni nella notte blu
a far di me in mano tua un giocattolo

Sto lavorando, è tardi e adesso arrivi tu,
conversiamo come faccio? Vuoi tu dirmelo?
C’era una volta un bel linguaggio che mai più
ho parlato, non ti spiace ricordarmelo?

Ci manca il pubblico, va bene, ma io e te
siam due grandi artisti e insieme
diam spettacolo, del tutto illogico,
sillabico è per me
e sensuale, invisibili, teorico

Gon-oh, suonami «Harlem Congo»,
il fantasma di Chick Webb
io dondolo, io gongolo, giocattolo

È quasi l’alba e fuori rosa adesso è il blu
che silenzio.. un po’di sonno è un’elemosina,
ho fatto tutto quello che hai voluto tu,
in un grande viaggio indietro, un incantesimo

Gong-oh, tornerai, tu, Gong-oh?
Perché quando arrivi tu
io rotolo, mi srotolo e mi arrotolo!