da: My Maudlin Career, 2009

un piacevolissimo brano della band indie-pop scozzese di Glascow formata nel 1996 da Tracyanne Campbell, dolcissima voce del gruppo e autrice.

If you were a season, you would be in bloom
I wish I had good reason to see you soon
No need to convince me that you were a catch
I bought my ticket and so at last

Who was it that said that love conquers all?
Oh he was a fool cause it doesn’t add up
Should I believe you told a lie?
On the way to my heart and on the way back

Are my eyes the coldest blue?
You said once this was true
If it is I don’t know what I’ll do
Cause I’m stuck with them
And they’re stuck on you

Was I quite bad that nothing could never challenged anyone
Or was I a lazy lazy snake
Do you want me to be a gentle diplomat
Oh you can beg and you can plead

Are my eyes the coldest blue?
You said once this was true
If it is I don’t know what I’ll do
Cause I’m stuck with them
And they’re stuck on you

Are my eyes the coldest blue?
You said once this was true
If it is I don’t know what I’ll do

Cause I’m stuck with them
And you’re stuck on you
Cause I’m stuck with them
And they’re stuck on you

I’m stuck with him
And they’re stuck on you
I’m stuck with them
And they’re stuck on you

Lo street artist del mosaico pavimentale

Camminando per le strade di Lione si possono trovare piccole pozze di colore in mezzo al cemento: non si tratta di una trovata pubblicitaria, ma di una forma di riqualificazione urbana artistica. Sono le opere di uno street artist locale che invece di graffitare i muri riempie le buche con delle tessere colorate, creando piccolissimi mosaici perfettamente cesellati. Sul solo territorio lionese ce ne sono oltre trecentocinquanta, realizzati nel corso degli ultimi sei anni dal fantomatico artista Ememem. Le sue creazioni colmano cavità più o meno grandi con tessere di diverse dimensioni e tonalità, disposte in curati motivi geometrici e sono chiamate “flacking“, un gioco di parole del francese “flaque” (pozzanghera).

Dove gli altri vedono solamente una buca, un tombino o una crepa, Ememem vede una “tela”.È un lavoro duro e complesso e che al contrario di quanto si possa pensare richiede molto ore. Bisogna studiare per bene il punto in cui verranno installate le mattonelle e bisogna ritagliare alla perfezione tutte le tesserine colorate e ogni minimo errore può scombinare tutto. Dopo averle posizionate inizia la fase di asciugatura che per ovvi motivi può richiedere alcune ore. Oltre a tutto ciò si aggiunge il fatto che questi tipi di lavori vengono considerati come “atti vandalici” secondo la legge, per cui è bene operare durante il cuore della notte quando tutti o quasi si trovano a letto.
Ememem è arrivato anche in Italia, molte delle sue creazioni si trovano a Genova, Torino e Firenze, ma con la sua arte ha girato il mondo.

I suoi lavori si pongono a metà tra street art e arte contemporanea e, in parte, ricordano il tradizionale kintsugi giapponese, l’arte di riparare per sublimazione. In breve tempo le sue opere conquistano un vasto pubblico e iniziano le commissioni pubbliche (Centro di creazione Taverne Gutemberg, 2018; Galleria Italiana, Parigi, 2020, Società del Grand Paris, 2020 e 2021; Métropoli di Lione, 2022). In studio, Ememem crea anche repliche dei suoi cerotti da marciapiede, esposti in gallerie (ErbK Gallerie e Gallerie Italienne), fiere internazionali d’arte contemporanea (Paris Art Fair 2021, Urban Art Fair 2020), Mostra Personale a Lione (2020, 2019, 2018), e mostre collettive “Ceramic Now!” (Parigi, 2021), “Low Tech” Meyrin (Ginevra, 2021), “Nuart” (Stavanger, Norvegia, 2018).

Alcune immagini sono prese dal suo sito instagram ememem.flacking

Visto che l’aspetto di molte strade urbane è spesso veramente disastroso e sappiamo bene quanto una buca possa essere in certi frangenti pericolosa, dove non arriva l’amministrazione pubblica ben vengano artisti come Ememem che, oltre a riparare il danno, rendono artistico il percorso di migliaia di pedoni ogni giorno. Io lo stimo e voi?

sogni d’oro

Tornare a vedere con occhi bambini

la terra dei giganti, dove una pozza

è piscina, un lago oceano,

dove tutto è illuminante,

le biglie di vetro perle di luce,

bolle di sapone sogni sfuggenti

e i pesci rossi guizzi di gioia.

Scavare a mani piccine aiuole di mondo,

disegnare un tondo mai perfetto

e gonfiarlo d’ arancio per un sole più vivo,

credere tesoro il sasso di torrente

per l’ iridescenza che lo rende diverso,

dare pane alle formiche perchè non salgano

sulle ginocchia a solleticare. Ed estasiarsi

davanti a un nulla che solo occhi puri vedono,

l’invisibilità di una meraviglia in cui perdersi.

Un soldo di cioccolato in premio

per il vestito buono rimasto intonso,

un bacio della buonanotte e sogni d’oro.

Daniela Cerrato